Francesca Pirozzi studiava Scienze e Tecnologie Erboristiche all’Università di Modena, era molto appassionata di alimentazione e, in precedenza, aveva deciso di entrare nel mondo del cibo sano e di qualità, iscrivendosi anche alla Scuola Alberghiera e di Ristorazione di Serramazzoni per coniugare teoria specialistica e pratica d’eccellenza. Con una grande passione per l’alta cucina aveva lasciato la sua famiglia, che abitava a Mantova, per rincorrere il suo sogno e diventare una grande cuoca. Ma tutto si è interrotto nell’agosto del 2016 quando Francesca muore per un tumore, lasciando in sospeso anche la sua innovativa Tesi di laurea sull’alimentazione in chemioterapia che aveva iniziato a scrivere già da quando, nel luglio 2015, le avevano diagnosticato la gravissima malattia.

“Francesca è morta a 24 anni per un linfoma non Hodgkin. Credo sia impossibile per chiunque dare un senso alla perdita di un figlio. Non aver saputo proteggerla mi ha lasciato un enorme senso di colpa. Ogni giorno le dicevo che sarebbe guarita ma non ho mantenuto la promessa. Poi qualcosa dentro di me è scattato e adesso sto portando avanti un progetto di raccolta fondi per sostenere la ricerca sulle cellule tumorali del Dipartimento di Scienze Biomolecolari dell’Università di Urbino”, ha detto a Ilfattoquotidiano.it Marco Pirozzi, padre di Francesca. La forza di reazione al lutto è significativa e così Marco ha pensato di “realizzare qualcosa di concreto per mia figlia ma non solo. Confesso che ho pensato di mollare, di lasciar perdere e sopravvivere solo del suo ricordo ma i messaggi, le strette di mano ed i racconti di genitori e figli che incontro tutti i giorni, mi hanno reso più determinato e deciso di arrivare all’obiettivo”.

Il 9 maggio 2017 l’Università di Modena ha conferito la Laurea honoris causa alla studentessa scomparsa e Marco ha creato la Francesca Pirozzi onlus in memoria della figlia e ha trasformato la sua tesi incompleta in un libro. Nel febbraio 2018 è riuscito a far pubblicare “Il cibo Ideale” riprendendo la Tesi sull’alimentazione dei pazienti durante i cicli di chemio, arricchita da diverse ricette e consigli di dietologi e chef stellati. “È uno strumento con il quale vogliamo finanziare un progetto specifico di ricerca sulle cellule tumorali per dare una speranza ad altri giovani con esperienze simili a quelle di Francesca”, aggiunge Marco al Fatto.it. In merito è stata firmata una Convenzione con il Dipartimento di Scienze Biomolecolari dell’Università di Urbino dove alcuni ricercatori hanno identificato e sviluppato una classe di composti caratterizzati dalla capacità di indurre una spiccata attività biologica nei confronti delle cellule tumorali, studi che hanno portato ad importanti risultati sperimentali pubblicati anche su riviste scientifiche internazionali.

Gli obiettivi della onlus sono principalmente due, da un lato creare dei materiali “utili” a chi si ammala gravemente come Francesca, dall’altro generare dei fondi per la ricerca scientifica d’eccellenza. “Le donazioni potranno essere un modo per accumulare risorse per dare risposte concrete ai pazienti – afferma Pirozzi – ma puntiamo pure sulla pubblicazione e diffusione di storie, racconti ed esperienze”. Dal momento del lancio de “Il Cibo Ideale” sono circa 3mila le copie vendute, pur non beneficiando di un grande e diffuso sistema di distribuzione nazionale. “Possiamo fare ancora molto di più per accendere migliaia di luci sulla storia di Francesca. Voglio far partire dall’anno accademico che sta iniziando il nostro contributo totale di 150mila euro ripartito in parti uguali su tre anni rivolto al progetto dei ricercatori che ha già dato interessanti risposte nei modelli cellulari tumorali. Francesca – aggiunge Marco – non tornerà più ma non farcela sarebbe come perderla una seconda volta. Questa volta non lo voglio, non posso permettermelo. Sto coinvolgendo sempre più persone. Lo so che alla fine sono solo un padre che, come tanti, ha perso una delle cose più care. Ma vorrei andare oltre le lacrime, vorrei che questa storia triste, personale, possa trasformarsi in qualcosa di utile per chi ne ha bisogno. Francesca ne sarebbe contenta”.

Il cibo ideale

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