Nella valanga che travolse l’hotel Rigopiano, il piccolo Samuel Di Michelangelo, 8 anni, perse il padre e la madre. Lui ce la fece e in tanti si mobilitarono per lui, compreso il Comune di Osimo, in provincia di Ancona, dove il bambino viveva con i genitori. Il paese, grazie alle donazioni di moltissimi privati e aziende, ha raccolto circa 140mila euro. Una cifra dedicata al futuro di Samuel, ma che, di fatto, è ancora “congelata” in un conto intestato all’amministrazione. E oggi, a distanza di quasi due anni, c’è chi tra i benefattori ha iniziato a richiedere indietro la somma versata.

È il caso di una signora di Castelfidardo, un comune limitrofo, che ha ottenuto indietro dal Comune la cifra di 360 euro. “Io volevo solo che il mio gesto di beneficenza venisse consegnato al destinatario, ma quando ho saputo che a distanza di mesi era ancora tutto bloccato ho avuto dubbi che l’operazione andasse a buon fine”, ha spiegato la donna, che preferisce rimanere anonima, al fattoquotidiano.it “Ho chiesto spiegazioni in merito, ma non ho mai ricevuto una risposta soddisfacente. Così, anche su loro suggerimento, ho chiesto la restituzione della somma insieme ai contatti della famiglia. Consegnerò i soldi a mano – continua la signora, proprietaria di un’azienda del posto – Il mio gesto, però, ha fatto emergere una macchina burocratica che non funziona”. Un caso al momento isolato ma che ha creato un precedente, scatenando diverse polemiche.

Anche il sindaco di Osimo, Simone Pugnaloni, ha spiegato al fattoquotidiano.it l’impasse burocratica. A bloccare i fondi, spiega il primo cittadino, è la mancanza di un tutore definitivo. “Dopo la richiesta della signora abbiamo chiesto al tribunale di Chieti di accelerare le tempistiche attualmente bloccate dal fatto che è stato nominato solo un tutore provvisorio per Samuel. La speranza è di sbloccare la situazione entro Natale”. Attualmente, spiega il primo cittadino sui social, la somma è custodita in un conto dedicato aperto inizialmente presso Banca Marche, poi, a distanza di qualche mese, transitato nel bilancio comunale e trasferito nella nuova tesoreria alla Monte dei Paschi di Siena. “La signora dopo varie richieste fatte tramite mail aziendale è stata invitata a inoltrare la richiesta a titolo personale. La motivazione che ci ha dato per ottenere i soldi ci ha obbligato dal punto di vista legale a restituirli. La donna, infatti, era convinta di aver donato a una Onlus e non a un’amministrazione pubblica”. “A chi ce lo ha richiesto abbiamo sempre mandato il certificato di versamento e risposte sulle tempistiche ancora incerte – conclude il primo cittadino – È il caso di molte aziende che hanno versato somme importanti, come una di Pesaro che è arrivata a 10mila euro”.

L’episodio ha riaperto la ferita dei fondi non ancora versati. Il motivo, così come sostiene il Comune, è la mancata nomina di un tutore definitivo di Samuel. Alla morte dei genitori, infatti, il piccolo è stato affidato ai servizi sociali e collocato prima dai nonni materni e poi dagli zii, il fratello della madre Giuseppe Serraiocco e la moglie, Martina Remigio, che vivono a Chieti. Tutore provvisorio del bambino è però il fratello del padre, Alessandro Di Michelangelo. Entrambe le famiglie hanno chiesto l’affidamento definitivo al giudice, ma finora il tribunale di Chieti non si è ancora espresso.

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