Call of Duty: Black Ops IIII approda sul mercato in splendida forma, nonostante le critiche sulla mancanza del single player non si siano risparmiate, ed i dati di vendita lo dimostrano: oltre 500 milioni di dollari incassati nei primi tre giorni dal lancio ed una crescita del 25% sulle vendite digitali al day one rispetto al titolo uscito lo scorso anno. Abbiamo davvero bisogno della campagna per questo titolo? La risposta è no.

Treyarch è in assoluto la più convincente tra tutte le case di sviluppo dedicate a Call of Duty (ogni anno Activision si affida a rotazione ad uno studio diverso,ndr). Da sempre sa ascoltare la necessità dell’utenza cercando di accontentare un po’ tutti. Black Ops IIII è il prodotto finale ispirato anzitutto alle esigenze della fanbase più accanita, senza dimenticare ciò che il mercato richiede. Il mercato richiede la modalità Battle Royale? Ecco accontentati tutti i giocatori che nell’arco dell’ultimo anno si erano dedicati  a Fortnite, abbandonato il più classico Call of Duty. I dati di Twitch – portale numero uno dedicato alle live streaming legate ai videogame – parlano chiaro: dal giorno della sua uscita, Black Ops IIII ha nettamente superato Fortnite per quel che riguarda le visualizzazioni e il motivo, oltre al trend dei Battle Royale, è che si tratta di un prodotto convincente ed apprezzabile.

La “nuova” modalità multiplayer
Ovviamente l’anima di Call of Duty non si cambia. Il suo punto di forza è sempre stato il multiplayer, che si conferma tale anche in questo capitolo. Sebbene si tratti del tipico ed apprezzato gameplay di Treyarch, le novità sono diverse e tutte volte al cambiamento della serie più longeva di sempre.

Black Ops IIII strizza l’occhio al comparto tattico, lasciando più spazio al gioco di squadra che alle giocate singole. Ciò è evidente sin dal menù degli specialisti disponibili: novità importata da Black Ops III ed implementata con l’obiettivo di rendere questi personaggi il fulcro attorno al quale si costruiscono le proprie classi personali da utilizzare in gioco. Certo, non si può parlare di un vero e proprio META, ma sicuramente il tentativo di avvicinarcisi è palese. Ogni specialista ha la propria unica abilità speciale, ma soprattutto degli equipaggiamenti speciali utili in diverse situazioni in game.

Il gameplay resta fluido ed ancorato al tanto amato Black Ops II, legato al passato più convincente di Call of Duty. Grazie all’inserimento del recupero della vita manuale, il cambiamento si nota soprattutto per quel che riguarda il time-to-kill, ossia il tempo impiegato nei diversi scontri a fuoco per abbattere il nemico: mai come ora le kill non sono assicurate al 100%, è infatti necessaria una buona dose di skill, abbinata alla concezione di questa nuova meccanica di recupero della vita. Sfruttare coperture ed altezze si rivela essenziale ed è per questo che il team di che si è occupato del gioco ha sviluppato nuove mappe che prevedono innumerevoli punti di copertura, altezze e vie alternative, in maniera tale che tutti riescano a dare sfogo al proprio stile di gioco. Mappe nuove, intricate e diversificate, ma con un occhio rivolto alla fanbase più convinta: Treyarch ha infatti pensato di inserire molte mappe tratte dai vecchi capitoli della saga completamente restaurate.

Le novità vanno a colpire anche le modalità. Due delle quali spiccano tra tutte poiché svelano lo spirito profondamente tattico di questo nuovo Call of Duty: “Controllo” e “Furto” sono infatti due modalità nuovissime, entrambe hanno obiettivi specifici e necessitano di una buona collaborazione di squadra per riuscire a vincere.

Quando il Battle Royale incontra Call of Duty
La novità più attesa dall’utenza era senza dubbio Blackout. Stiamo parlando del Battle Royale made in Treyarch, nulla di innovativo e rivoluzionario, ma una versione in stile Call of Duty di uno dei generi più di moda in questo momento.

Inflazionato o meno, il Battle Royale ha in un certo senso cambiato il settore, spingendo molte case di sviluppo a seguire il trend. Anche in questa nuova modalità il lavoro degli sviluppatori ha convinto tutti, puntando tanto sul fattore “Amarcord”, poiché i fan della serie si ritroveranno a giocare vestendo i panni di diversi personaggi della saga, in una macro-mappa che al suo interno contiene diverse parti dell’universo Black Ops. L’obiettivo? Vincere contro un centinaio di altri giocatori, sopravvivendo in un area che si restringe man mano che il tempo passa, nell’arco del quale è fondamentale riuscire a migliorare il proprio equipaggiamento cercando di sopravvivere fino alla fine.

Il comparto tecnico ben sorregge tutti i contenuti, regalando al giocatore paesaggi ben strutturati e graficamente coinvolgenti. Sebbene qualche sbavatura sia piuttosto evidente, il risultato appare ben bilanciato e pronto per competere con altri titoli che primeggiano in questo genere.

Come confermarsi leader del settore
In linea definitiva Black Ops IIII è promosso a pieni voti: convince in tutte le sue sfaccettature, ma soprattutto diverte, intrattiene. Il fattore fondamentale è senza dubbio la sua longevità, quando un titolo sa coinvolgere il giocatore, facendo sì che si perda quasi la cognizione del tempo, significa che l’obiettivo è stato raggiunto.

CoD torna con la sua migliore casa di sviluppo in pieno rispolvero, dimostrando chiaramente di riuscire a rimanere al passo coi tempi, ascoltando la propria community per poi riuscire a portare a casa uno dei migliori risultati di sempre, che sicuramente riuscirà a riportare in alto anche il settore eSport dopo lo scivolone causato da Call of Duty: WWII.

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