L’ufficio stampa e del portavoce del premier Giuseppe Conte costa in totale 662mila euro lordi all’anno. Di questi 169mila vanno al portavoce Rocco Casalino che guadagna più del presidente del Consiglio (che non essendo deputato si ferma a 114mila euro). La situazione è quindi immutata rispetto ai due predecessori del governo Renzi, quando premier e suo portavoce Filippo Sensi guadagnavano esattamente le stesse cifre.

E’ stata pubblicata oggi sul sito di Palazzo Chigi e anticipata da L’Espresso la lista di componenti dello staff del presidente del Consiglio e dei due vicepremier con rispettivi stipendi (anche se mancano ancora le cifre della Lega). Comparando i dati con quelli dei precedenti esecutivi, si vede come Conte abbia lo staff più costoso rispetto agli ultimi esecutivi. Secondo si classifica il governo Letta: 7 persone per 629mila euro totali. Terzo quello Gentiloni con 525mila euro per 7 dipendenti. Diverso il calcolo per Matteo Renzi che è passato dai quattro collaboratori degli inizi per 335mila euro ai 605mila di fine mandato con 7 persone.

Lo stipendio di Rocco Casalino, esattamente come quello di Sensi prima di lui, si compone di tre voci: 91mila euro di trattamento economico fondamentale a cui si aggiungono 59mila euro di emolumenti accessori e 18mila di indennità. Per un totale, appunto, di poco inferiore ai 170mila euro annui. L’ufficio stampa e del portavoce del presidente è poi composto da: Dario Adamo, che viene pagato 115mila euro lordi per svolgere il suo ruolo di responsabile editoriale del sito e dei social del premier Conte; Filippo Attili, videomaker che però risulta remunerato dal ministero dell’Interno per 37mila euro lordi; il collaboratore amministrativo Dragotta Carmelo (74mila euro lordi circa); la collaboratrice del capo ufficio stampa e portavoce Laura Ferrarelli (68mila euro lordi); Massimo Prestia, collaboratore del capo ufficio stampa e portavoce (68mila euro lordi); Maria Chiara Ricciuti, vice capo ufficio stampa (129.196mila euro lordi).

Dietro Casalino si classifica Pietro Francesco Dettori, fedelissimo di Davide Casaleggio e richiamato a Roma per fare il “responsabile della comunicazione, social ed eventi” del vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio: il suo stipendio è pari a 130.797,09 euro lordi. Dettori è anche socio dell’Associazione Rousseau che si occupa della gestione della piattaforma per la partecipazione in rete degli utenti M5s. Nello staff del capo politico 5 Stelle figurano anche Dario De Falco (capo della segreteria particolare) e il già consigliere comunale di Bologna Massimo Bugani (anche quest’ultimo socio di Rousseau), i quali percepiscono uno stipendio lordo annuo pari rispettivamente a 100mila e 80mila euro. Sempre nell’ufficio del vicepremier ci sono poi: il consigliere giuridico Marco Bellezza (100mila euro); l’addetta stampa Sara Mangieri (100mila euro lordi).

Nella tabella non vengono indicati gli emolumenti dello staff del vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, ma solo i nomi dei componenti, tra cui la responsabile stampa Iva Garibaldi, dal momento che il ‘decreto di trattamento economico’ – si legge sempre nella tabella – è “in corso di definizione”. Il compenso del capo segreteria tecnica del sottosegretario alle Pari Opportunità Vincenzo Spadafora, Loukarelis Trianfillos, si attesta invece a 78mila euro lordi.

La replica del governo arriva tramite una nota di Palazzo Chigi: “In merito alle notizie di stampa relative alla retribuzione del Portavoce del Presidente e Capo dell’Ufficio stampa, Rocco Casalino, si precisa che tale retribuzione è in linea con quella dei dirigenti con medesimo incarico nominati dai Governi precedenti e inferiore del 30% rispetto al tetto massimo per le retribuzioni dei dirigenti pubblici previsto dalla normativa vigente (240mila euro lordi annui)”, si legge. “Si fa presente, inoltre – puntualizza il comunicato – che la concentrazione dei due ruoli (Portavoce e Capo dell’Ufficio stampa) in capo all’ing. Casalino ha determinato un risparmio stimabile nella retribuzione fondamentale di un dirigente di I fascia pari a circa 90 mila euro”.

“In merito al confronto effettuato da alcune testate giornalistiche in relazione alla retribuzione del Portavoce rispetto a quella dello stesso Presidente Conte, si sottolinea, tra l’altro, che tale confronto non trova alcun fondamento di natura giuridica e funzionale, dovendosi ben distinguere il ruolo del vertice politico da quello del vertice amministrativo e degli uffici di diretta collaborazione – continua la nota – A scopo meramente chiarificatore, inoltre, si evidenzia che, solo a Palazzo Chigi sono molti i dirigenti che godono di una retribuzione superiore a quella del Capo dell’Esecutivo e centinaia se si considerano tutte le altre amministrazioni dello Stato”.

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