“Mo’ t’a do ‘na capocciata”. “Ma che oh? ‘A capocciata a Ostia?…”. E ancora: “Per un’estate senza testate… no mejo che j’o spiego che sennò magari capiscono male”. Eh sì, a giudicare dalle reazioni non è stata prettamente “capita” o comunque apprezzata la pubblicità radiofonica recitata dal comico lidense Fabio Avaro sugli eventi estivi a Ostia. Tanto che anche alla sindaca Virginia Raggi “non è piaciuta”, come riferisce lei stessa in una nota inviata alla stampa. Uscita, quella della prima cittadina che mette in non poco imbarazzo la minisindaca ostiense Giuliana Di Pillo. Lo spot, commissionato dal Municipio X “a costo zero” per promuovere le kermesse organizzate, ha fatto riferimento alla “testata” che “Robertino” Spada, presunto reggente dell’omonimo clan che imperversa sul litorale capitolino, ha rifilato a Daniele Piervincenzi, inviato della trasmissione Rai Nemo-Nessuno Escluso, episodio per i quali i giudici hanno riconosciuto il “metodo mafioso” e che ha aperto di fatto la strada al maxi-blitz del marzo scorso contro tutta la famiglia sinti

Come detto, lo spot di 30 secondi – che in città sta andando in onda su alcune emittenti romane e che viene trasmesso sulla radio che intrattiene i passeggeri in attesa delle metropolitane – sta creando diverse polemiche, specialmente sui social, con la consigliera di Forza Italia, Mariacristina Masi, che ha annunciato un’interrogazione a riguardo. “Chiunque abbia commissionato lo spot che ammicca alla famosa capocciata è un demente – attacca il consigliere municipale delle Liste per l’Autonomia, Andrea Bozzi – Chiediamo di sospendere subito la programmazione. Mentre cittadinanza e categorie produttive fanno di tutto per emancipare il nostro territorio dall’immagine criminosa e falsata di un’intera città, chi ci governa pensa bene di ricordarla agli utenti della Metro”.

Polemiche tuttavia rispedite al mittente sia dall’amministrazione municipale sia dall’autore dello stesso spot, l’attore Fabio Avaro, che si assume la “responsabilità” del “fattaccio”. “Quando dal Municipio mi hanno chiesto di realizzare questo spot – racconta a IlFattoQuotidiano.it – ho detto che o lo scrivevo a modo mio o non se ne faceva niente. L’idea di cazzeggiare in maniera ironica e autoironica su argomenti seri doveva essere un modo da un lato per sdrammatizzare, dall’altro per far passare il messaggio che Ostia non è solo coatti e capocciate. Questo sono io, questi sono i miei spettacoli: se volevano uno speaker potevano chiamare attori o doppiatori molto più bravi di me”. E ancora: “È la mia ennesima marachella? Ne sono contento se serve a fare pubblicità al mio territorio”. Poi conferma: “È stato un mio regalo al Municipio. Nessun costo. Mi sono fatto solo rimborsare un’ora di studio registrazione”.

Sulla stessa falsariga, sebbene con tono istituzionale, la replica della minisindaca del M5S, Giuliana Di Pillo, che insieme ai componenti della sua giunta ha ascoltato l’audio e lo ha avallato prima che venisse diffuso: “Non avevamo alcuna intenzione di sminuire un episodio gravissimo verificatosi sul nostro territorio – spiega la presidente in una nota – piuttosto ribaltare l’immagine negativa emersa a livello nazionale e mettere in evidenza quanto di buon si sta tentando di fare da parte di questa amministrazione. Ritengo ancora che le persone oneste ed intelligenti sappiano cogliere il vero spirito di questa iniziativa”. Per il momento non si registrano reazioni dal Campidoglio, anche se la questione sarebbe finita sul tavolo virtuale della sindaca Virginia Raggi, la quale al momento non si è espressa.

Come anticipato da IlFattoQuotidiano.it, la questione è finita sin da subito sul tavolo della sindaca Virginia Raggi, che nel pomeriggio ha fatto sapere che “lo spot non mi è piaciuto”. Secondo la titolare del Campidoglio, “non è questo il modo giusto per dire che i cittadini del litorale di Roma sono per la stragrande maggioranza persone oneste. La lotta alla mafia si fa presidiando realmente la città; puntando il dito contro i criminali di una zona dove, per anni, i vecchi politici non hanno avuto neanche il coraggio di pronunciare il loro nome”. Dall’altro lato, la prima cittadina spezza una lancia in favore della “amica” Di Pillo: “Allo stesso tempo, non sono accettabili le strumentalizzazioni da parte di chi per una vita non ha fatto nulla contro la malavita e ha lasciato che le famiglie criminali prosperassero in quel territorio”.

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