Poche sorprese: Mario Puddu è il candidato del Movimento Cinque Stelle alle elezioni regionali 2019 in Sardegna. L’ultimo passo della selezione per il prossimo aspirante presidente è stato quello sancito dal voto online sulla piattaforma Rousseau. Puddu, 45 anni, ex sindaco di Assemini – alle porte di Cagliari – e coordinatore isolano per le ultime Politiche ha ricevuto 981 voti su 1.804 votanti (il 54%). Era l’unico nome con un’esperienza amministrativa e con un ruolo importante nel M5s isolano. Gli altri attivisti in corsa erano Luca Piras, docente universitario (464 voti), Rita Monageddu (285 voti) e Anna Sulis (74 voti) entrambe dipendenti regionali.

Nessuna gara, insomma: Puddu partiva con una vittoria già in tasca. Il suo annuncio su Facebook accompagna la pubblicazione del risultato sul blog dei 5 stelle. “È un onore cercare di fare qualcosa per la mia Terra, un onore ancora più grande farlo come rappresentante del M5s. Ne approfitto per ringraziare i tanti che mi hanno dato la loro fiducia ma anche tutti gli altri che hanno esercitato il loro diritto votando gli altri candidati governatore e i candidati consigliere”. Sono quei trecento che si sono contesi i sessanta “posti” in Consiglio, 58 i nomi ufficiali, mancano infatti le due donne necessarie per rispettare le quote paritarie previste dalla legge elettorale approvata lo scorso anno.

Un risultato comunque importante per i Cinquestelle in Sardegna rispetto a quanto successo nel 2014 quando per via delle tensioni interne un mese prima del voto non fu concesso da Beppe Grillo l’uso del simbolo. Questa volta, invece, la musica è molto diversa anche perché sull’isola la Lega quasi non esiste (e il Partito sardo d’Azione che si è alleato con Salvini alle Politiche non ha certo la forza del Carroccio) e il M5s ha fatto cappotto in tutti i collegi alle elezioni politiche.

L’elezione di Puddu, poi, è tantopiù importante perché arriva dopo giorni di polemiche scatenate dal caso Andrea Mura, il deputato-velista del M5s eletto nel collegio uninominale di Cagliari che si è dimesso dopo l’espulsione dal gruppo Cinquestelle causata dalle polemiche sulle sue assenze e sulle sue giustificazioni rilasciate a Gianna Zazzara de La Nuova Sardegna. Da Roma a Cagliari Mura è stato subito scaricato pure da Puddu che su facebook ha condiviso la nota ufficiale scatenando plausi ma anche mal di pancia degli attivisti. Tra i tanti commenti infatti molti ricordavano appunto che la candidatura di Mura era stata sostenuta con forza da Di Maio e dallo stesso Puddu – in qualità di coordinatore regionale – con tanto di conferenza stampa fronte porto. La formula scelta era quella dei “personaggi di spicco dell’economia, cultura e sport”. I dubbi sulla selezione arrivano soprattutto con un occhio al recente passato quando erano stati esclusi alle Politiche alcuni nomi, come quello dell’ex senatore Roberto Cotti, uno dei più attivi sulle questioni ambientali isolane, che ha sollevato la questione internazionale delle armi sarde esportate in Yemen.

Anche sul risultato delle Regionarie qualcuno storce il naso. E lo fa in base al regolamento M5s, il Non Statuto del 2016: secondo l’articolo 7 i candidati – anche alle competizioni locali – sono scelti tra coloro che “siano incensurati e che non abbiano in corso alcun procedimento penale a proprio carico, qualunque sia la natura del reato ad essi contestato”. Ma l’ex sindaco ha un procedimento in corso per abuso d’ufficio – rito abbreviato – e il pm Marco Cocco ha chiesto di recente un anno di condanna. I fatti riguardano il suo ruolo di amministratore e la riorganizzazione interna del Comune che avrebbe penalizzato alcune dipendenti. Tutto partì nel 2015 dall’esposto di tre consigliere del M5s, poi espulse. La sentenza è prevista per ottobre, quando ormai la Sardegna sarà in piena campagna elettorale.

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