Era solo questione di tempo prima che accadesse: dal 2020, il North American International Auto Show (NAIAS), conosciuto anche come Salone di Detroit, si terrà a giugno e non più a gennaio. Un cambiamento importante per un motorshow nato nel 1907 e sopravvissuto fino a oggi a una guerra mondiale, alla crisi economica del 2007 e, indirettamente, al dieselgate del 2015, che ha messo in corsa il settore automotive verso l’elettrificazione di massa e la guida autonoma.

Tuttavia, negli ultimi anni il NAIAS ha dovuto fare i conti col CES di Las Vegas, la maxi fiera dell’elettronica di consumo che attira sempre di più i costruttori automobilistici a scapito della kermesse di Detroit. Due appuntamenti contemporaneamente lontani e vicini: geograficamente li separano oltre 3.200 km, ma sul calendario sono distanziati di appena una settimana.

Ecco quindi spiegato il cambio di date del NAIAS, che coincide pure con un cambio di format: complici le temperature estive, la fiera si estenderà anche al di fuori dei locali del Cobo Center. “Il nostro show sta subendo la sua trasformazione più significativa negli ultimi tre decenni”, ha dichiarato Rod Alberts, direttore esecutivo di NAIAS, promettendo che “Detroit continuerà ad essere un palcoscenico globale per alcuni dei veicoli più significativi e iconici del mondo”.

Sarà l’occasione per allestire aeree dedicate ai test-drive – anche con circuiti di fuoristrada – e zone di intrattenimento per il pubblico. Per il governatore del Michigan, Rick Snyder, “spostare lo spettacolo verso l’estate aprirà a un ventaglio di nuove opportunità per le aziende e creerà nuove esperienze per i partecipanti”. Una ricetta che, per certi aspetti, ricorda quella del nostrano Salone dell’Auto di Torino, che va in scena presso il Parco del Valentino e prevede l’accesso gratuito del pubblico.

Un appuntamento che piace sempre di più agli utenti e alle case automobilistiche (per via dei bassi costi di partecipazione), la cui impostazione è destinata probabilmente a soppiantare quella dei saloni dell’auto tradizionali: il prossimo che potrebbe essere rivoluzionato in questo senso è quello di Parigi, già quest’anno pesantemente compromesso da decine di defezioni da parte delle case automobilistiche.

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