“Lesa la concorrenza, la gara è stata un pasticcio, per colpa dello Stato“. Ad attaccare il precedente esecutivo sul dossier Ilva, è stato il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio, nel corso della risposta all’interpellanza urgente sul caso dell’acciaieria, dopo le criticità fatte emergere dall’Anticorruzione. Forte del parere dell’Anac, Di Maio ha così rivendicato i problemi emersi in merito all’assegnazione dell’azienda siderurgica al gruppo guidato ai franco-indiani di ArcelorMittal. “Le regole sono state cambiate in corsa. Ma non solo. L’offerta di Acciaitalia era migliore, ma nel bando metà del punteggio era dato al prezzo e non al piano ambientale e alla salute”, ha sottolineato Di Maio. Per poi rilanciare lo scontro a distanza con il suo predecessore Carlo Calenda: “Inspiegabile che nessuno se ne sia accorto e che è rimasto tutto sotto silenzio”

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Ilva, c’è l’interpellanza urgente a Di Maio ma l’Aula sembra già in ferie. Banchi vuoti tra M5s, Lega, Pd e FI

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