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Fattura elettronica, Di Maio: “Irrealistica la scadenza del primo luglio per benzinai, rimandiamo a gennaio”

Lunedì pomeriggio incontro al ministero con le federazioni dei gestori. Obiettivo scongiurare lo sciopero nazionale di martedì
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Slitterà a gennaio dell’anno prossimo l’obbligo della fatturazione elettronica per i benzinai che era previsto per il primo luglio e si apre ora un confronto fra governo e gestori per trovare un “percorso condiviso”. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha annunciato che il governo sta “predisponendo il rinvio al primo gennaio 2019 dell’obbligo di fatturazione elettronica per le vendite di carburanti ai soggetti con partita Iva“, misura che sarà contenuta nel cosiddetto decreto dignità. Nel provvedimento che approderà in consiglio dei ministri, ha detto, ci sarà anche l’abolizione di altre misure che interessano le imprese come: il redditometro, lo spesometro, gli studi di settore e lo split payment.

“La data del primo luglio, così come denunciato dai benzinai, non è realistica”, spiega Di Maio secondo cui “è stata lanciata una novità senza dare il tempo e gli strumenti per attrezzarsi. Questa categoria si è trovata ad essere prescelta per sperimentare, in anticipo su tutte le altre, l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica”, ha sottolineato il ministro, che lunedì pomeriggio vedrà al ministero le federazioni dei gestori per scongiurare lo sciopero di martedì. Questi ultimi hanno fatto sapere che “già domani mattina” valuteranno se cancellare o meno la serrata nazionale. “Siamo particolarmente attenti a questo tipo di dichiarazioni, per noi è un segnale importante”, dicono dalla Fegica/Cisl, spiegando però che “bisogna capire meglio i contorni, quale tipo di intervento sia, capire qual è l’intenzione del governo, quale strumento usare e verificare anche se ci siano i tempi perché, per noi, il 30 giugno è un limite invalicabile”.

La misura della fatturazione elettronica obbligatoria è stata introdotta dalla legge di Bilancio 2018 con l’obiettivo di contrastare l’evasione dell’Iva. Secondo Di Maio “il paradosso italiano è che questi strumenti vengono inventati per combattere gli evasori e puntualmente vanno a danneggiare quelli che le tasse le hanno sempre pagate”.

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