Cinque lavoratori Ama hanno utilizzato per settimane a fini privati la carta carburante aziendale, sottraendo in totale almeno 10.000 euro di benzina. Ma i dipendenti in questione non sono stati né denunciati né licenziati, bensì “condannati” solo a ripagare l’azienda, risarcendola a rate. È il motivo per il quale Lorenzo Bagnacani, presidente della municipalizzata capitolina che gestisce la raccolta di rifiuti, ha deciso di licenziare il capo del personale, Saverio Lopes. Che nelle sue controdeduzioni attacca: “Il modus operandi è stato deciso durante una riunione alla quale erano presenti anche il presidente e il direttore generale”.

I fatti risalgono al marzo 2017, quando la Direzione Risorse Umane e il servizio Affari Legali dell’azienda vengono informati che un dipendente avrebbe utilizzato la carta carburante in maniera impropria. L’ufficio personale emette la contestazione disciplinare al primo dipendente il quale si mette subito in malattia e, soltanto un mese dopo, si presenta all’audizione negando i rifornimenti anomali contestati. Intanto, i legali Ama presentano denuncia contro ignoti e i Carabinieri della Sezione di San Sebastiano iniziano ad indagare. Arriviamo ad agosto, quando arrivano altre due segnalazioni di rifornimenti anomali, effettuati nel mese di luglio, in periodi durante i quali i mezzi corrispondenti alle carte erano fermi in officina. Il 28 agosto arrivano le contestazioni disciplinari, a 5 operai e al responsabile della vigilanza. “Nelle audizioni – si legge nella relazione di Lopes – ammoniti delle conseguenze di dichiarazioni mendaci, i dipendenti hanno ammesso di aver effettuato alcune sottrazioni di carburante di limitata entità, assicurando la massima collaborazione nella segnalazione in via riservata di altri comportamenti fraudolenti”. Tradotto: se ci aiutate a scovare gli altri furbetti, non vi licenziamo.

E difatti, il 10 ottobre 2017 i 5 vengono “solo” sospesi, in 4 per 19 giorni e uno per 2 giorni, mentre il responsabile della sicurezza viene lasciato a casa per 10 giorni. L’ufficio risorse umane procede quindi al recupero delle somme: “I recuperi economici – spiega il capo del personale nella sua relazione – sono stati solamente stimati attribuendo cautelativamente in danno agli stessi, proprio perché si tratta di stima, una somma notevolmente maggiore di quella strettamente connessa alla contestazione”. Soldi che sarebbero stati recuperati “attraverso addebito in busta paga”. Circostanza che però Bagnacani gli contesta, ritenendo ampiamente possibile risalire alle cifre puntuali e affermando che “la sua condotta espone l’azienda e chi scrive al rischio di subire, per paradosso, finanche l’impugnativa dei provvedimenti disciplinari pur emessi nei confronti dei cinque lavoratori”.

Lopes afferma anche che “in data 15 novembre 2017 si è tenuta una riunione sul tema cui hanno partecipato il Presidente (Bagnacani, ndr), il direttore generale, l’avvocato De Luca, l’avvocato Scicolone ed il sottoscritto per decidere se proseguire o meno con la denuncia, posto il comportamento dei dipendenti ed il termine trascorso. A valle della riunione si decideva di non sporgere querela/denuncia come si evince agevolmente dal successivo scambio di comunicazioni via email”. Anche qui, circostanza smentita dal numero uno di Ama, il quale afferma, nero su bianco, che “deve contestarsi recisamente che chi scrive abbia condiviso e confermato la sua conduzione dei procedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti e abbia altresì condiviso la sua posizione di non procedere al licenziamento dei dipendenti coinvolti, visto che il sottoscritto ne è venuto a conoscenza solo successivamente, e dopo la riunione del 15 novembre 2018 ha presentato denuncia all’autorità giudiziaria sui medesimi fatti”.

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