Cinque giorni fa la stoccata era arrivata da Bruxelles. Ma il tema dei conti pubblici italiani interessa molto anche a uno degli stati fondatori dell’Europa unita: la Francia. La stabilità dell’area euro sarà “minacciata” se il nuovo governo italiano non rispetterà gli impegni su debito e deficit sottolinea il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire. A un giorno dalla presentazione del contratto di governo di Lega e M5s al Quirinale Parigi sembra ripetere la dichiarazione il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis aggiungendo un avvertimento: “Se il nuovo governo non rispetterà i suoi impegni sul debito, sul deficit, ma anche sul consolidamento delle banche, l‘intera stabilità finanziaria della zona euro sarà minacciata – ha dichiarato nel corso di una trasmissione televisiva -. Tutti in Italia devono capire che il futuro dell’Italia è in Europa e da nessun’altra parte, e perché questo futuro sia in Europa ci sono regole da rispettare. Gli impegni presi dall’Italia valgono qualunque sia il governo, io rispetto la decisione sovrana del popolo italiano, ma ci sono impegni che superano ognuno di noi”.

“Vedremo quali decisioni saranno prese dall’Italia, io ribadisco – prosegue nell’intervista Bruno Le Maire – quanto sia importante mantenere questi impegni a lungo termine per garantire la nostra stabilità comune”. Il ministro ha poi riaffermato l’intenzione di raggiungere a giugno un accordo con la Germania per fissare “una tabella di marcia” per la riforma della zona euro. A La Maire risponde il leader della Lega, Matteo Salvini, con un tweet: “Un ministro francese ‘avverte’ il futuro governo: non cambiate niente, o saranno problemi. Altra inaccettabile invasione di campo. Non ho chiesto voti e fiducia per continuare sulla via della povertà, della precarietà e dell’immigrazione: prima gli italiani!”. Nel corso della visita al gazebo del Carroccio a Fiumicino agguiunge: “Si mettano l’anima in pace, se ci chiedono di fare come i governi precedenti, faremo l’esatto contrario. I francesi si occupino della Francia e non mettano il naso nelle cose altrui, semmai parliamo di Ventimiglia e dei migranti fermi al confine”.

Anche a Dombrovskis era arrivata una risposta immediata: “Dall’Europa – aveva risposto il capo del Carroccio – ennesima inaccettabile interferenza di non eletti. Noi abbiamo accolto e mantenuto anche troppo, ora è il momento della legalità, della sicurezza e dei respingimenti“. Una polemica che Di Maio non aveva lasciato al solo segretario della Lega: “Abbiamo attacchi continui. Anche oggi da qualche eurocrate non eletto da nessuno. Il Financial Times parla di nuovi barbari, ma come vi permettete? Io più vedo questi attacchi, più sono motivato, perché vedo tanta paura di un certo establishment del cambiamento. Ma chi ha paura del cambiamento oggi è nostro nemico, chi lo vuole invece lotti con noi”. Per Di Maio è “la grande occasione per il cambiamento. I presupposti ci sono? Dipende, ma se ci riusciamo sarà una bomba“. L’ipotesi di una rottura, aveva spiegato meglio Salvini, “sarà una scelta presa da entrambi, ci sono alcuni temi su cui siamo lontani ed è chiaro che non possiamo andare a Bruxelles con un governo che rappresenti due idee lontane”.

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