Sono stato diverse volte in Puglia e mi sono ritrovato ogni volta a pensare quanto quella terra sarebbe bella se non ci fossero gli uomini. Un’esagerazione, certo, ma è anche vero che in quella regione vi sono una classe imprenditoriale e politica che stanno facendo di tutto per rovinare questo che era un angolo di paradiso.

E la Puglia è anche un chiaro esempio, purtroppo, dell’assioma che quando si alterano territorio e ambiente, le conseguenze si riflettono in primis su chi ci abita. Il riferimento nemmeno tanto velato è a quel mostro sorto alla periferia di Taranto che si chiama Italsider. Così descriveva la città Pier Paolo Pasolini un anno prima che si posasse la prima pietra di quell’opera, figlia della assurda industrializzazione del Sud: “Taranto è una città perfetta. Viverci è come vivere nell’interno di una conchiglia, di un’ostrica aperta. Qui Taranto nuova, là, gremita, Taranto vecchia, intorno i due mari, e i lungomari”.

Ma a poca distanza da Taranto c’è un altro mostro che oggi minaccia di moltiplicarsi: è la discarica di Grottaglie (Comune che confina ad est proprio con Taranto), discarica sita in contrada Torre Caprarica. Una discarica di rifiuti speciali, già ampliata una volta e di cui adesso il gestore, la Linea Ambiente s.r.l. (già Ecolevante s.p.a.), ha ottenuto dalla Provincia di Taranto l’autorizzazione di compatibilità ambientale e paesaggistica relativa ad un ulteriore ampliamento e “riprofilatura”, motivati formalmente dalla carenza delle pendenze adeguate al dilavamento delle acque meteoriche. Il che si traduce di fatto in una sopraelevazione, che, se realizzata, apparirà alla vista come un palazzo di cinque piani, mentre il conferimento ulteriore di rifiuti (che provengono anche da altre regioni) corrisponderà a 1.580.000 metri cubi. Il documento è del 15 febbraio, pubblicato il 5 marzo.

Contro la discarica c’è tutto un movimento di soggetti, come Coldiretti, CGIL, associazioni (Italia Nostra), comitati (“Vigiliamo per la discarica” e “MAJ Movimento Ambientale Jonico”), partiti politici, ma soprattutto migliaia di semplici cittadini stufi di vedere stuprato il territorio. Si potrebbe eccepire che è la solita sindrome di Nimby. Ma, a parte il fatto che la sindrome non è da demonizzare, perché grazie ad essa opere nefaste non sono state realizzate, resta il fatto che in Puglia, a livello ambientale, e soprattutto nella provincia di Taranto, la popolazione “ha già dato”, come diremmo noi liguri. Ha già dato, a livello di degrado del territorio, ed a livello di salute dei cittadini. Taranto e dintorni, quindi Grottaglie compresa, si segnalano infatti già purtroppo per l’abnorme numero di tumori.

Tra l’altro, se ad est di Taranto c’è questo immondezzaio, ad ovest c’è l’inceneritore di Massafra, che verrà anche raddoppiato. E, sempre in provincia di Taranto, una situazione di grave scempio del territorio e di pericolo per la salute è presente anche a Lizzano, per la discarica Vergine, posta sotto sequestro dalla magistratura per disastro ambientale grazie alla mobilitazione dei cittadini, vessati per anni dai cattivi odori. Segno che forse in Puglia una corretta politica di gestione dei rifiuti è ancora da venire.

Contro la discarica si è svolto un sit-in di protesta il 9 marzo; un incontro pubblico si terrà il 21 aprile prossimo; c’è una petizione lanciata in rete; ci sarà sicuramente uno strascico giudiziario quanto meno attivato dal comune di Grottaglie.

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