Si allunga la lista dei politici furbetti che si fanno annullare la multa presa con l’auto blu, con una letterina al prefetto di zona. Stavolta tocca al centrosinistra e al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini l’onta del privilegio: sedici multe per eccesso di velocità su 21 annullate o archiviate perché le infrazioni sarebbero state compiute per “impegni istituzionali” in circa due anni. Tutte prese con l’unica auto blu della Giunta, servizio chiuso lo scorso agosto con il pensionamento dell’unico autista. Quasi un record rispetto ai precedenti di Salvini, Brambilla, Gelmini “pizzicati” a farsi cancellare i verbali dal prefetto di turno. A rivelare il caso – anticipato dal Qn – è Silvia Piccinini, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, dopo un accesso agli atti. A distanza di 24 ore l’esponente Pd fa ammenda: “Per noi la sobrietà è un pilastro e un valore irrinunciabile, se siamo andati contro la sensibilità anche di una sola persona chiediamo scusa“.

L’accusa dei Cinque Stelle: “Abuso di un privilegio”
“Questa vicenda dimostra, per l’ennesima volta, come Bonaccini e la sua giunta non abbiano affatto rinunciato ai privilegi di una certa politica, anzi – ha detto Piccinini – Nessun cittadino, infatti, si vedrà mai annullare una multa per eccesso di velocità perché in ritardo con un altro impegno o magari perché rischiava di perdere un treno o un aereo”. La capogruppo presenterà un’interrogazione e un ulteriore accesso agli atti per chiarire ulteriori aspetti della vicenda. Anche perché a suo dire non sarebbero neppure chiari i criteri dell’annullamento.

“Alcune richieste di annullamento paiono quantomeno singolari. Per esempio Bonaccini il 7 ottobre del 2016 prende una multa da un velox su una strada provinciale a Ferrara. Come da prassi chiede l’annullamento per motivi istituzionali, il Prefetto gli chiede di specificare meglio e lui si giustifica dicendo che andava di fretta perché doveva tornare a casa in tempo utile per poter predisporre il lavoro del giorno successivo. Multa cancellata”. E ancora. “Oppure – continua Piccinini – quello del 9 settembre dello stesso anno quando, sempre l’auto blu su cui viaggia Bonaccini di ritorno da Genova, viene beccata a sfrecciare in autostrada a 171 km/h di media e il presidente spiega che siccome era mezzanotte la strada era libera e quindi senza particolari pericoli, il che giustificava l’eccesso di velocità. Anche in questo caso la multa non viene pagata. Tutte giustificazioni che per i normali cittadini di certo non bastano per chiedere l’annullamento di qualsiasi sanzione. Ecco perché – conclude Piccinini – chiediamo che su questa vicenda la Giunta chiarisca al più presto”.

La difesa di Bonaccini
A distanza di 24 ore la polemica non accenna a placarsi e lo stesso Bonaccini fa ammenda, provando a spiegare anche le ragioni di quelle multe. “La sobrietà è un nostro pilastro”, ha dichiarato nel pomeriggio. Lo abbiamo dimostrato anche tagliando i costi della politica, combattendo gli sprechi, azzerando le auto blu, cancellando i vitalizi. Vogliamo stare vicini ai territori ed essere ovunque ci chiamino. Anche nella vicenda delle multe relative agli spostamenti che i componenti la Giunta hanno effettuato in tre anni, dal 2015 al 2017 – prosegue il presidente – con l’auto guidata dal solo autista dipendente della Regione, ora andato in pensione, non ci sono stati privilegi: nessuna legge è stata infranta e non un euro è stato speso dall’Ente. Dopodiché, parliamo di una ventina di multe su oltre mille spostamenti, tutte missioni istituzionali, per stare, come ho detto fin dal primo giorno, vicini al territorio ed essere ovunque ci chiamino. Complessivamente centinaia di migliaia di chilometri percorsi se consideriamo anche gli spostamenti con le nostre auto personali”. Poi le scuse: “Se siamo andati contro la sensibilità anche di una sola persona chiediamo scusa“.

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