Era stati citato più volte nelle inchieste giornalistiche di Daphne Caruana Galizia, uccisa da un’autobomba a Malta nell’ottobre scorso. Ora è stato arrestato negli Stati Uniti. Il motivo? Avrebbe aggirato le sanzioni degli Stati Uniti nei confronti dell’Iran. Con quest’accusa è stato fermato Ali Sadr Hashemi Nejad, il banchiere di origini iraniane presidente della Pilatus Bank. Nejad, secondo quanto riferito dal dipartimento della Giustizia in un comunicato, avrebbe fatto transitare attraverso il sistema finanziario Usa oltre 115 milioni di dollari grazie un contratto di costruzioni con il Venezuela.
Arrestato lunedì a Dulles, in Virginia, il suo caso è ora di competenza del tribunale di New York. Secondo il procuratore generale di Mahnattan, Geoffrey Berman, Nejad “ha creato una rete di aziende di copertura e di conti bancari esteri per mascherare attività imprenditoriali iraniane in Venezuela ed evadere le sanzioni Usa”. Il banchiere compariva in alcuni articoli di Caruana Galizia, collegato allo scandalo che coinvolgeva la la Pilatus Bank e la moglie del premier maltese Joseph Muscat, Michelle. La giornalista maltese aveva ricostruito un enorme traffico di denaro spotato dall’Azerbagian a Malta, attraverso Dubai e quindi a una serie di conti intestati a società di Panama. Una di quelle società – la Engrand – per Caruana Galizia era riconducibile proprio alla moglie del premier maltese. I Muscat hanno sempre smentito, mentre la Pilatus Bank aveva querelato Caruana Galizia per gli articoli nei quali accusava la banca e Nejad di avere preso parte a vicende di corruzione e di riciclaggio legate agli ambienti politici maltesi.
Nelle scorse ore quella che è considerata la fonte della giornalista maltese si è rivolta alla polizia di Atene dicendo di temere per la sua vita. Si tratta di una donna, si chiama Maria Efimova e lavorava alla Pilatus Bank. Dopo la morte di Caruana Galizia, uccisa da un’autobomba, le autorità maltesi avevano emesso un mandato di cattura nei confronti della Efimova, che non si era presentata in tribunale, dove era imputata di false accuse contro la polizia. Alcuni deputati del parlamento europeo la descrivono come “un importante testimone per le indagini su corruzione e riciclaggio di denaro a Malta” e chiedono alle autorità greche di fornirle protezione. Nel dicembre del 2017, infatti, la donna ha deposto di fronte alla Commissione del parlamento europeo incaricata di verificare il rispetto delle regole proprie dello Stato di diritto a Malta. In quel periodo ha anche alla Banca centrale europea quelle che sarebbero le prove della violazione delle norme antiriciclaggio da parte della Pilatus Bank
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