Il 18 marzo la Russia andrà alle urne per eleggere il suo prossimo presidente. Il clima che si respira nella capitale Mosca sembra avere diverse sfaccettature: da una parte i “fedeli” di Putin e dall’altra chi, spinto dal leader di opposizione Navalny, sciopererà il giorno delle elezioni. Andando nella nuova sede del Progetto ‘Cet‘, nato circa un anno fa, ci si ritrova in un ex fabbrica nel centro di Mosca, con le pareti tappezzate di immagini e cartelloni di Putin. Qui vengono organizzate lezioni, eventi e workshop dai molteplici temi, dalla cultura al design alla politica. Particolarità del progetto è la condivisione di alcuni valori fondamentali, quali la famiglia tradizionale, la Chiesa, la patria, la cultura russa e Vladimir Putin. Tutti, dalle giovane studentesse di giornalismo Daria e Aleksandra, al manager Gleb, sostengono Vladimir Putin.

Garegin, invece, è attivista del movimento 14% ‘dvizhenie14’. Le visioni politiche del movimento sono a favore di una società democratica e libera e sono in parte rappresentate da Alexey Navalny. Il punto di ritrovo del movimento, dove è stata realizzata l’intervista, è all’interno degli studi di un’emittente televisiva locale poco distante dal centro di Mosca. Alex ed Ekaterina lavorano entrambi nel team di Navalny. Alex è stato intervistato nel quartier generale di Navalny a sud di Mosca, Ekaterina in Piazza Pushkin, simbolo delle proteste di Navalny. David e Aleksander sono due attivisti e amministratori del canale Telegram “Mosca in protesta” (Protestnaya Moskva). Il canale vanta oltre 12 mila iscritti e raccoglie articoli o post pubblicati su altri social rivolti contro Putin e il suo governo, anche con toni ironici

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