Vincenzo Nibali vince la Milano-Sanremo per la prima volta. Dopo i due successi al Giro d’Italia, i trionfi alla Vuelta di Spagna e al Tour de France, a 33 anni il messinese aggiunge al suo palmares anche la più importante classica del ciclismo italiano. Un sigillo che esce dalla logica delle corse su due ruote, conquistato da uno scalatore in una gara che storicamente è terreno di conquista dei velocisti. Il campione Nibali, negli anni dei ciclisti robot che corrono guardando i computer più che la strada, ha usato ancora la fantasia e quel pizzico di follia per rompere lo schema predefinito dei 294 km della Classica di Primavera con uno scatto lungo l’ultima salita del Poggio che ha sorpreso i grandi favoriti perché all’apparenza insensato. Lo hanno guardato andare via quasi sorpresi, lo hanno rivisto solo dopo la linea del traguardo.
La vittoria di Nibali alla Milano-Sanremo, per come arriva e per le sue caratteristiche, è un’impresa al pari della maglia gialla a Parigi. Il ciclista messinese partiva nell’ombra, mentre tutti gli occhi si concentravano sul campione del mondo Peter Sagan e sull’ultimo vincitore della Classicissima, Michal Kwiatkowski. Ma la pioggia che ha bagnato i ciclisti fin dalla partenza ha reso la corsa dura e le gambe pesanti quando da affrontare c’era l’ultima asperità, il Poggio, distante sei km dal traguardo di via Roma. Solitamente un antipasto prima della volata finale, trasformato da Nibali nel momento decisivo della gara.
Lì è partito il 33enne messinese, inizialmente solo per fermare lo scatto di un rivale, seguendo quelle che erano le strategie studiate a tavolino dalla sua squadra. Quando ha visto il vuoto alle sue spalle però, è subentrato l’istinto: ha capito di avere l’occasione della carriera, si è alzato sui pedali e ha spinto fino alla cima, scollinando con 12 secondi di vantaggio sul resto del gruppo. Poi ha affrontato la discesa e infine gli ultimi 3mila metri verso la linea d’arrivo senza mai guardarsi alle spalle. Lo ha fatto solo alla fine, per portare alzare le braccia al cielo mentre i velocisti dietro di lui scattavano per giocarsi la seconda posizione.
A 12 anni di distanza dall’ultima vittoria italiana firmata da Filippo Pozzato, lo Squalo Nibali si conferma il campione del nostro ciclismo e l’unico ancora in grado di emozionare gli appassionati con azioni improvvise e fuori dagli schemi. L’antitesi del più vincente e noioso Chris Froome, il britannico che non si sognerebbe neanche di prendere il via alla Milano-Sanremo e tentare di far saltare il banco.

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