Uno schema concordato con tutti per individuare i nomi dei nuovi presidenti di Camera e Senato ma no ai condannati o a chi è sotto processo. Luigi Di Maio torna a commentare la partita dell’elezione dei nuovi numeri uno di Montecitorio e Palazzo Madama. E lo fa sia con un post sul blog delle Stelle ma anche intervenendo a un incontro con gli imprenditori a Carugo, in provincia di Como. “Tra stasera e domani sentirò per telefono i principali esponenti di tutti i futuri gruppi parlamentari: Salvini, Brunetta, Meloni, Martina e Grasso. Voglio parlare loro con franchezza, chiarezza e onestà. A ognuno di loro dirò che noi vogliamo coinvolgere tutti in questa fase di individuazione delle figure che presiederanno le Camere, naturalmente riconoscendo il peso specifico di ogni vincitore”, scrive il leader del Movimento 5 stelle sul blog.

“Da parte delle altre forze politiche considereremo inaccettabili le proposte di candidati, per qualsiasi carica istituzionale in ognuna delle due Camere, che siano condannati o sotto processo. Ne va della credibilità e dell’onorabilità delle Istituzioni, un valore a cui non rinunceremo mai”, aggiunge Di Maio. In questo caso, dunque, scomparirebbe dalla lista di ipotetici presidenti del Senato il nome di Paolo Romani, avanzato nelle scorse ore da Forza Italia, che però ha una condanna per peculato.

Per il capo politico del M5s, però, l’elezione della seconda e della terza carica dello Stato deve passare da un accordo con tutti gli altri partiti.  “Queste sono cose che interessano tutti gli italiani. Io non ho intenzione di chiudere l’individuazione dei presidenti delle Camere solo ad un accordo tra due forze politiche. Sarà molto importante dialogare con tutti per individuare personalità di garanzia. Ho intenzione di richiamare tutti i rappresentanti delle forze politiche che siedono in parlamento per concordare uno schema per cui le persone che individueremo potranno essere più condivise possibili“, ha specificato l’aspirante premier alla fine di un incontro organizzato dall’associazione Drappobianco in provincia di Como.

Poi è tornato a rivendicare per il suo partito la poltrona più alta di Montecitorio. “Noi con il 36% dei seggi alla Camera dei Deputati rivendichiamo il diritto ad esprimere la Presidenza dell’Aula. – scrive sul blog delle Stelle – Le cariche istituzionali sono molto importanti perché dalla loro qualità e affidabilità dipende anche la qualità del lavoro legislativo che poi impatta direttamente sulle vite di tutti i cittadini. La prima cosa a cui ci dedicheremo sia alla Camera sia al Senato sarà l’abolizione dei vitalizi, che può essere fatta direttamente dagli uffici di Presidenza”. Punto non condiviso da Matteo Salvini. “”Io rispondo a tutti. Per me va bene. I tagli ai vitalizi? L’emergenza vera è il lavoro. Il taglio dei privilegi lo abbiamo già fatto in passato. Quello che vedremo, con tutti, sono alcune idee per rilanciare il lavoro che possiamo portare insieme in Parlamento”, dice il leader del Carroccio. Una posizione che conferma quanto ribadito dallo stesso Di Maio: l’elezione dei presidenti delle Camere non c’entra nulla col futuro governo: “Ritengo – dice il leader M5s – il processo di l’individuazione di queste figure di garanzia completamente scollegato dal processo che porterà alla formazione del governo. Confido in una risposta positiva da parte di tutte le forze politiche che continueranno ad avere come interlocutori i nostri capigruppo: Danilo Toninelli e Giulia Grillo“.

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