Povera Italia. Italia che crede di essere povera. L’Italia dei luoghi comuni, con la Milano che lavora, uh come lavorano a Milano e adesso lavorano il doppio, pure in inglese: project nothing manager, coprywater, warmawater manager, door opener, slave of the office, general number, house costructor. E il sud, il bistrattato sud e tutti che si lamentano, si lamentano, si lamentano e non fanno niente, i più fortunati cercano una raccomandazione e trovano un lavoro statale.

Povera Italia. Italia che crede di essere povera. Italia che vota: al nord centrodestra, al sud cinque stelle. E il Pd? A Bologna stravince con Casini, come trionfo direi che possa bastare. L’Italia del dopo voto. L’Italia delle tifoserie. La sciarpa della flat tax. La sciarpa del reddito di cittadinanza. La sciarpa della Fiorentina.

In sottofondo Sergio Mattarella che come il professor Xavier degli X-Men userà tutti i suoi poteri (mesi fa sciolse le camere) e chissà cosa farà tra qualche mese. In una sua recente dichiarazione ha detto che vorrebbe un governo entro giugno, mi è piaciuto molto, mi ha fatto capire che la fretta è cattiva consigliera e che poi nascono i gattini ciechi che nessuno mai posterà su Facebook. Mi ha fatto capire che non esiste nessuna emergenza, pensate che in Germania per fare il nuovo governo ci hanno impiegato sei mesi, figuriamoci noi in Italia con un’estate ancora da progettare e da vivere.

Intanto le schermaglie fra tifosi sono all’ordine del giorno e come al solito il bersaglio sono i meridionali, accusati dai nordisti col mono-neurone del lavoro di aver votato cinque stelle per avere il reddito di cittadinanza e continuare (questo nella testa dei nordisti che SUDano di lavoro) a non fare niente. È bastato che alcuni andassero al Caf a richiedere il reddito di cittadinanza che è scoppiato il finimondo (che significa che su Facebook e Twitter li hanno presi per il culo). Titoli di giornali, sfottò tra tifosi e settimana trascorsa come la precedente in attesa che ci sia un governo.

Si vocifera di cinque stelle insieme agli sfanculatori di Renzi, ma prima che gli sfanculatori abbiano voce in capitolo, occorre che Renzi se ne vada. Intanto è andato a sciare che se a uno piace sciare, è sempre una bella cosa. Però ci vogliono i soldi, lavorare di brutto, non vai mica a sciare coi soldi del reddito di cittadinanza.

Ma la vera domanda è “Renzi se ne va o no?”. Questo non si è ancora capito, ma grazie a questo episodio delle file ai Caf meridionali si è capito che la mistica del lavoro alla milanese batte il fancazzismo del sud che se lo accusi di aver votato cinque stelle per avere il reddito di cittadinanza, i pinocchi ti dicono “no, noi vogliamo lavorare”, il che fornisce un prezioso assist al partito dei lavoratori indefessi (la coalizione di centrodestra) per andare a governare insieme al gruppo di renziani che già hanno governato insieme a loro.

E allora ragazzi (Berlusconi dice così), aspettate che Renzi torni dalla settimana bianca e con calma fate mo’ ‘sto governo di centrodestra feat. renziani (a giugno, ma anche a luglio, tipo il 2) e poi tutti in vacanza al sud alla faccia di chi ha votato cinque stelle, il bistrattato sud dove il mare è bello e solo a un matto gli verrebbe voglia di andare a lavorare o di votare centro destra.

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