“Patrizio Cinque? Non è un sindaco del Movimento”. Per evitare di essere frainteso Luigi Di Maio lo ripete due volte. In un video diffuso dall’edizione palermitana di Repubblica, il candidato premier del M5s scarica in pratica il primo cittadino di Bagheria, per il quale ieri la procura di Termini Imerese ha chiesto il rinvio a giudizio. Il sindaco è accusato di turbativa d’asta, falso, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio e omissione di atti d’ufficio: l’udienza preliminare è stata fissata per l’11 aprile. A settembre il gip nella misura cautelare aveva imposto all’allora indagato l’obbligo di firma, ma il provvedimento era stato sospeso poco tempo dopo l’interrogatorio di garanzia dallo stesso giudice per le indagini preliminari.

Cinque, dopo la notizia dell’apertura d’inchiesta, si era autosospeso dal Movimento 5 stelle. In questo senso potrebbero essere intepretate la parole di Di Maio che non lo considera un esponente pentastellato. Lo stesso Di Maio, però, all’epoca dell’autosospensione del primo cittadino aveva utilizzato ben altri toni. “Ho letto che Patrizio Cinque si è autosospeso dal M5s perchè lui crede sia la cosa giusta che debba fare un amministratore ha detto che spiegherà e dimostrerà tutto. Io credo che questo sia il modo di fare in politica e lui dimostrerà di essere innocente come ha detto”, diceva il 21 settembre del 2017 il leader pentastellato. Insomma parole ben diverse da quel “non è un sindaco del Movimento”, visto che Cinque è addiirittura uno dei primi sindaci eletti dai 5 Stelle in Sicilia. D’altra parte anche dopo l’autosospensione il primo cittadino di Bagheria ha continuato a partecipare ad eventi ufficiali del M5s. Giovedì scorso, per esempio, Cinque ha partecipato alla presentazione, a Bagheria, dei candidati pentastellati alla Camera e al Senato per le politiche del prossimo 4 marzo: compare anche nella foto scattata durante l’evento elettorale.
Adesso, però, le parole del leader pentastellato suonano come una scomunica. E l’opposizione attacca: “Ci aspettiamo che anche il M5s di Bagheria prenda ufficialmente le distanze dal sindaco Patrizio Cinque’, dice Daniele Vella, candidato sindaco del Pd sconfitto da Cinque nel 2014. Il primo cittadino di Bagheria, durante l’estate, era stato al centro di uno scontro tra i Verdi e il Movimento 5 stelle. Il motivo? Il regolamento edilizio varato dall’amministrazione siciliana e considerato da Giancarlo Cancelleri, aspirante governatore del M5s, come una sorta di modello di lotta all’abusivismo. “I campioni della legalità del M5S approvano a Bagheria, per prendersi i voti degli abusivi, una vera e propria sanatoria edilizia bloccando le demolizioni e vendendo le case abusive agli abusivi o ai propri famigliari attraverso un prezzo basso e con un pagamento diluito a 15 anni”, diceva il leader ambientalista, Angelo Bonelli. “Bonelli è un ignorante”, aveva replicato Cinque, rivendicando a di aver “personalmente segnalato e fatto demolire un immobile di 700 metri quadrati appartenente ad un boss attualmente in attività e di aver segnalato e avviato il procedimento di revoca di una concessione falsa data alla famiglia numero 2 della mafia siciliana che adesso, secondo alcune voci di corridoio, vuole farmi la pelle”.
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