Il centrodestra viaggia verso la riconferma alla guida della Regione Lombardia. La rinuncia di Roberto Maroni non ha provocato scossoni nelle scelte degli elettori. Attilio Fontana, scelto per sostituire il governatore uscente, è dato al 41 per cento, in vantaggio di 6 punti su Giorgio Gori. Una distanza di “sicurezza” che – stando all’ultimo sondaggio Ipsos  per il Corriere della Sera – il centrosinistra non sarebbe riuscito a ricucire anche se Liberi e Uguali avesse deciso di appoggiare il candidato del Partito Democratico: l’ex sindacalista Onofrio Rosati è infatti accredidato del 4%. Fuori dalla corsa il candidato del M5s, Dario Violi, stimato dalle rilevazioni al 15%, un risultato inferiore a quello che potrebbe raggiungere la lista Cinque Stelle.

Salvo clamorosi scivoloni di Fontana – che si presentò da moderato con la “razza bianca” considerata “a rischio” – la vittoria del centrodestra appare più che probabile. E tra le liste collegate al candidato, quella del suo partito è destinata a un exploit. Secondo l’istituto guidato da Nando Pagnoncelli, la Lega è il primo partito in Lombardia con il 23,3%, un risultato che permetterebbe al Carroccio (quasi) di doppiare il il 12,96 del 2013. E soprattutto di affermarsi con la forza trainante della coalizione, diversamente da cinque anni fa quando Forza Italia – ora al 13,9 – era il primo partito con il 16,73% delle preferenze.

Nonostante Gori – sempre secondo i sondaggisti – intercetti anche un buon gradimento nell’elettorato di centrodestra, quindi la sconfitta appare dietro l’angolo. Il sindaco di Bergamo è inchiodato al 35 per cento, un risultato simile a quello raggiunto dallo sfidante di Maroni, Umberto Ambrosoli. Rispetto a quella tornata, il Pd scende del 5% fermandosi al 20,3 ma il calo dei dem è compensato dai buoni risultati della Lista Gori (7,5) e dalle altre di centrosinistra (4,7). Stando alle fredde cifre, il candidato del centrosinistra non avrebbe avuto chance di ribaltare i pronostici anche con l’appoggio di LeU, che dovrebbe raccogliere il 4% delle preferenze. Senza sussulti anche la corsa di Violi del M5s: il candidato è accreditato del 15 per cento (la lista del 18,9), un risultato in linea (+1%) con i risultati raggiunti da Silvana Carcano nel 2013.

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