“Cercasi due figure da inserire nell’azienda come commessa, età massima 30 anni, non sposata e non convivente”. È l’annuncio pubblicato da un negozio in franchising che si trova all’interno del centro commerciale Le Masserie  di Ragusa. Un avviso che ovviamente ha trascinato tra le polemiche l’azienda, accusata di sessismo sui social network,  e che ha provocato reazioni anche dalle istituzioni.

Per provare a smorzare le polemiche l’azienda – che commercializza caramelle nella Sicilia orientale – ha rimosso l’annuncio, pubblicato su un sito specializzato nella ricerca del lavoro qualche giorno fa. Ma è servito a poco. Il responsabile dell’attività commerciale ha spiegato che l’avviso era scritto in quel modo, perché la politica aziendale predilige le donne non impegnate. Il motivo? Sono più libere. Una giustificazione che ha suscitato la replica della Cgil. “Il caso di Ragusa conferma che la discriminazione delle donne sul lavoro è ancora fenomeno diffuso e si spinge fino a colpire diritti fondamentali e la dignità della persone. Fatti come quello dell’offerta di lavoro per donne single nel centro commerciale di Ragusa sono da condannare e da combattere e come sindacato siamo già impegnati a farlo”, dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia.

Sulla vicenda è intervenuto anche Giuseppe Scifo, numero uno del sindacato a Ragusa. “Quando una nostra collaboratrice mi ha portato la foto dell’annuncio pubblicato – dice – stentavamo a crederci tanto da temporeggiare per effettuare le verifiche del caso. Quel messaggio è  inopportuno, fuori luogo e decisamente offensivo”.

Per la Cgil ragusana questa vicenda rilancia, in piena campagna elettorale, il problema legato alla discriminazione di genere. “Non serve – spiega ancora Scifo – richiamare l’attenzione delle donne sull’orologio biologico e lanciare campagne come il Fertility day come ha fatto il governo qualche mese fa”. Per il segretario della Cgil è importante richiamare alla responsabilità i vertici dell’azienda protagonista dell’annuncio sessista perchè impongano alle attività in franchising un codice condotta. “Sull’episodio dell’offerta di lavoro pubblicata dal negozio – conclude il Segretario della Cgil- stiamo preparando un esposto da presentare all’Ispettorato del lavoro, mentre nei prossimi giorni incontreremo i nostri legali per valutare la possibilità di una azione presso la procura della Repubblica”.

 

Articolo Precedente

Inclusione dei rom: le speranze che riponiamo in Luigi Manconi, nuovo coordinatore Unar

next
Articolo Successivo

Immigrati, profughi o clandestini: nessuno che li chiami persone

next