La filiale italiana di Ford ha scelto il Centro Spaziale del Fucino (L’Aquila) – il più grande teleporto del mondo per usi civili – per presentare alla stampa italiana la nuova Ecosport: fondato nel 1963, conta oggi 170 antenne e 370 mila mq di superficie. Le attività svolte dalla Centro spaziano dalle telecomunicazioni ai servizi televisivi e multimediali, dall’osservazione della Terra al controllo e gestione satelliti. Vi lavorano 250 persone, per la maggior parte ingegneri – che gestiscono 22 sale controllo di cui alcune aperte h24 – e sono oltre 250 i satelliti geostazionari in orbita attorno alla Terra si cui il Centro ha visibilità in virtù della sua posizione geografica.

Nel Centro Spaziale del Fucino viene controllata la costellazione satellitare italiana per l’osservazione del nostro pianeta (COSMO-SkyMed) e uno dei due Centri Controllo che gestiscono il sistema europeo di navigazione e localizzazione satellitare denominato “Galileo”. Quest’ultimo mira a fornire un’accuratezza operativa mai ottenuta prima: oggi conta 22 satelliti in orbita e sarà pienamente operativo del 2020, ma già entro quest’anno sarà disponibile in ogni nuovo modello di veicolo venduto in Europa.

Perché presentare un piccolo sport utility proprio al Centro Spaziale del Fucino? Perché, secondo Ford, la stazione abruzzese rappresenta un’eccellenza italiana che ha continuato a investire su se stessa, reinventandosi di continuo. Similmente “Ecosport è arrivata sul mercato in un modo per poi evolversi in un altro”. La vettura rappresenta oggi il 25% delle vendite in Europa e piace soprattutto al pubblico femminile: e piacerà tanto più adesso che ha uno stile più accativante e trendy, “evoluto” per l’appunto.

Rispetto al passato la vettura ha guadagnato l’allestimento “ST-Line” (con sospensioni più ferme), votato alla sportività ma senza essere troppo impegnativo. In un segmento – in crescita del 51% – che rappresenta il 20% del mercato italiano, Ford aspira a vendere più di 28 mila Ecosport nell’anno da poco iniziato. Dopo un secondo assaggio sulle strade italiane, questo suv ultracompatto conferma la sua piacevolezza di guida nonostante la pigrizia del motore 3 cilindri turbobenzina – abbiamo guidato l’unità da 125 CV ma esistono anche versioni da 100 e 140 – agli alti regimi.

Fra gli altri punti forti dell’auto c’è il nuovo sistema infotelematico che, insieme all’architettura degli interni rivisitata, fa compiere un salto di qualità al veicolo. Conservato anche il buon rapporto qualità/prezzo/dotazioni, così come è interessante l’opzione delle 4 ruote motrici sul turbodiesel 1.5 da 125 CV (entro l’estate, nel frattempo c’è quello da 100 Cv a trazione anteriore). Peccato che sulle diesel non si possa avere la trasmissione automatica ed è francamente poco estetico il piantone dello sterzo parzialmente a vista al di dietro della pedaliera. Buona la taratura dell’assetto, col comfort di marcia generale disturbato solo da qualche fruscio aerodinamico di troppo proveniente dai retrovisori laterali.

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