“È tutto vero quello che è successo, ma io ero innamorato di lei. Una cosa del genere non mi era mai successa in 25 anni di insegnamento. È stato un rapporto consenziente“. Si è difeso così davanti al gip Massimo De Angelis, il professore del liceo Massimo arrestato a Roma per violenza sessuale ai danni di una sua alunna quindicenne. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia in carcere a Regina Coeli, l’uomo ha ammesso tutte le proprie responsabilità e ha “chiesto scusa a tutti, a cominciare dai genitori della ragazza.

“Ho tradito me stesso, gli studenti, i miei colleghi e l’istituto”. “Farei qualsiasi cosa per tornare indietro” ha aggiunto. E il suo legale ha fatto sapere che il docente “è prostrato, per questa vicenda ha già tentato il suicidio“. L’uomo è stato sospeso dal servizio dopo che, grazie alla denuncia dei genitori della ragazza, le indagini avevano confermato le violenze ai danni della studentessa dell’istituto gesuita.

Le avances dell’insegnante erano iniziate nell’ottobre scorso, quando la ragazza ha cominciato a prendere ripetizioni da lui. Due mesi che hanno cambiato drasticamente i comportamenti della giovane, sia a scuola sia nei confronti dei genitori. Proprio gli atteggiamenti insoliti della ragazza hanno insospettito la mamma e il papà. Le violenze avvenivano al di fuori dell’orario scolastico, nell’aula dove il professore, 53 anni, teneva lezioni private. A mettere fine agli abusi, gli agenti della polizia di Stato del commissariato Viminale, diretto da Giovanna Petrocca che, insieme alla Procura di Roma, ha avviato le indagini.

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