È il primo caso di assemblea comunale elettiva aperta agli stranieri in Lombardia. A Cremona, però, sono stati pochi quelli che sono sono andati a votare per la nuova Consulta degli stranieri. Su quasi 5.000 aventi diritto, infatti, i votanti per il parlamentino delle minoranze extra Ue sono stati solo 335 (250 uomini e 85 donne): poco più del 7%. Un dato che ha scatenato gli esponenti della Lega. “Al 93% degli stranieri non interessa nulla della consulta degli stranieri”, ha scritto su facebook il capogruppo della Lega in consiglio comunale Alessandro Carpani. Gli uffici comunali, “che funzionano con i nostri soldi”, e le istituzioni “hanno buttato via tempo e denaro per fare qualcosa di inutile, che non serve a nulla”.  Se la Lega vincerà le elezioni amministrative nel 2019, l’organo “verrà stracciato e cancellato per sempre”.

“È stata una bella giornata. Una giornata di colori e di persone diverse, rappresentanti del mondo”, l’ha invece definita l’assessore alla Integrazione sociale, Rosita Viola. La Consulta sarà composta da tredici persone (tredici erano anche i candidati), fungerà da organo consultivo della giunta, del sindaco, delle commissioni consiliari, a cui può presentare pareri su proposte di delibere, o promuovere iniziative volte ad eliminare discriminazioni. Tra i membri della Consulta c’è Honorine, mediatore culturale della Costa d’Avorio, Sow, operatrice sociale del SenegalJi, commerciante cinese, Ahmed, giornalista e presidente Unione giornalisti pakistani in Italia, Gujjar che è del Pakistan ed è ospite della CaritasCamara, metalmeccanico anche lui senegalese, Mehmet, ristoratore turco. E poi rappresentanti dell’Albania, la comunità più numerosa presente in città, del Marocco, del’Ucraina e dell’India.

Quasi tutti sono cittadini residenti in Italia da più di sei anni. “Siamo orgogliosi di ciò che abbiamo fatto”, dice Rosanna Ciaceri, ideatrice e referente del progetto, che non valuta l’esito della votazione solo in termini numerici, ma anche di impegno e buona volontà da parte dei candidati: “Un organo di rappresentanza istituzionalizzato – dice – esiste solo a Cremona. Ho lottato una vita per sconfiggere la tendenza a ghettizzare i diritti e la partecipazione”. Il progetto, sottolinea,  è in fase sperimentale. “Ho scritto i principi fondanti della Consulta – racconta – all’indomani della strade di Charlie Hebdo: sono il nostro Corano e la nostra Bibbia”. La prima convocazione della Consulta, da parte del sindaco, dovrà avvenire entro 30 giorni dalla proclamazione degli eletti. Che si terrà nelle prossime ore.

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