Ci sono argomenti che anche in ambito sessuologico vengono trattati molto raramente, forse perché si pensa siano residuali o forse perché sono temi che pongono delle serie questioni di intervento. La sessualità e l’affettività del paziente con trauma cranico è uno di questi, ma un articolo pubblicato su Brain Injury, a cura dell’equipe guidata da Umberto Bivona, dirigente dell’unità post-coma dell’Ospedale riabilitativo Fondazione Santa Lucia, ha riportato l’attenzione su questo tema con l’analisi biopsicosociale della sessualità dopo un trauma cranico di pazienti maschi e delle loro partner.

Il trauma cranico rappresenta una delle prime cause di disabilità nella popolazione giovanile tra i 15 e 35 anni. Le sue conseguenze consistono in lesioni diffuse che comportano l’insorgenza di diversi disturbi neuropsicologici, come disturbi della memoria, della comunicazione e del linguaggio, dell’attenzione, delle funzioni esecutive, del comportamento, dell’affettività e anche della sessualità.

I disturbi sessuali post trauma sono, come già accennato, considerati marginalmente. Infatti, già negli anni 80 i dati della ricerca ci dicevano che solo l’11% dei pazienti otteneva una presa in carico in ambito riabilitativo di questa problematica, nonostante i pazienti stessi riportassero di volerne parlare e di voler essere aiutati. In questi pazienti si riscontrano diverse problematiche quali un ridotto desiderio sessuale, disfunzione erettile, difficoltà nel raggiungimento dell’orgasmo, diminuzione della frequenza dei rapporti sessuali, bassa autostima e fiducia in se stessi, diminuzione della percezione del proprio sex appeal e incremento di sentimenti negativi sulla sessualità.

Il campione reclutato nella ricerca citata era composto da 20 pazienti maschi e 20 soggetti di controllo, insieme alle rispettive compagne, con lo scopo di valutare i cambiamenti nella funzione sessuale post trauma e la relazione tra variabili sociodemografiche, emotive, comportamentali e la funzione sessuale. Sono state, inoltre, indagate variabili cliniche e funzionali dei pazienti, la sfera dell’umore, lo stato neuropsichiatrico, la qualità di vita, l’autostima, la capacità di reinserimento familiare, sociale e lavorativo, e anche il carico emotivo vissuto dalle partner dei pazienti, insieme all’armonia e l’intesa nella coppia.

I risultati hanno rivelato la presenza di disfunzione sessuale nei pazienti post trauma con un peggioramento della sessualità di coppia rispetto al pretrauma, evidenziato anche attraverso le interviste alle partner. Diversi possono essere i fattori che incidono sulla presenza di alterazioni della sessualità post trauma, dalla localizzazione del danno cerebrale, ma la correlazione non è ancora chiara, ad un’ampia gamma di potenziali organici, cardiovascolari, metabolici, neurologici; o psicologici, come l’ansia e la depressione, e fattori tossici come l’abuso di alcol o l’assunzione di farmaci antipertensivi, psicotropi.

Ci sono poi varie conseguenze che insorgono successivamente all’evento traumatico, quali i cambiamenti nelle relazioni, problemi psicosociali, perdita della capacità empatica, e l’aggiunta di disregolazione emotiva e comportamentale. Inoltre, l’apatia, l’irritabilità, la disforia, potrebbero avere un’influenza negativa sulla relazione e sulla stabilità di una coppia.

Per quanto riguarda le partner di questi pazienti, la riduzione nel desiderio sessuale è dovuta principalmente ai cambiamenti che hanno influito sulla relazione e all’assunzione di ruoli sostanzialmente diversi da quelli precedenti: da compagne di vita, si diventa caregivers con un atteggiamento materno, in completa dipendenza e dedizione del partner da accudire, e ciò rende difficile godere di una relazione sessuale reciprocamente soddisfacente.

In un quadro clinico così complesso e delicato, alla terapia riabilitativa e farmacologica, sarebbe d’aiuto interfacciarsi con un professionista psicosessuologo, che oltre a lavorare sull’emotività, sull’autostima, sull’autoefficacia e sul reinserimento della persona colpita da trauma cranico, si occupi anche della sfera sessuale e relazionale, prendendo in carico l’eventuale presenza di disfunzioni, tentando di ripristinare la comunicazione della coppia, l’intesa, l’intimità, e accompagnando entrambi i partner alla scoperta di una nuova sessualità, che seppur diversa da quella precedente al trauma, può essere sana e ancora soddisfacente.

Ringrazio per la collaborazione la dottssa Vanessa Russo

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