Chiedo scusa agli italiani per il risultato, ma non dell’impegno e della volontà. Del risultato assolutamente sì”. Gian Piero Ventura si assume la responsabilità della mancata vittoria degli azzurri contro la Svezia, che è costata alla Nazionale la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018. “Non mi sono dimesso perché non ho ancora parlato con il presidente (Tavecchio, ndr) – ha spiegato l’ex tecnico del Torino, commentando le voci circolate nella sala stampa di San Siro che lo vedevano dimissionario – ho parlato con i giocatori per salutarli a uno ad uno. Quando uno che non ottiene il risultato è evidente che il responsabile è l’allenatore”. Il futuro? “Con la Federazione ci confronteremo e valuteremo il da farsi. Qualsiasi cosa verrà partorita verrà accettata”.

Subito dopo il triplice fischio finale, si era consumato uno dei due addii sicuri della serata, quello di Gianluigi Buffon: “Come me, credo che lasceranno la nazionale anche Barzagli, Chiellini e De Rossi“, ha detto a Sky il portiere azzurro, parlando del suo ritiro dall’azzurro dopo la disfatta Mondiale. “Dispiace non per me ma per il movimento, perché abbiamo fallito qualcosa che anche a livello sociale poteva essere importante – ha proseguito l’estremo difensore della Juventus – è l’unico rammarico che ho e non certo quello di finire, perché il tempo passa ed è giusto che sia così. Dispiace che l’ultima partita ufficiale sia coincisa con una non qualificazione al mondiale”. “Non abbiamo sottovalutato niente perché chi gioca queste partite sa cosa vuol dire affrontare queste squadre, sa quanto sia dispendioso recuperare un gol. Non siamo riusciti ad esprimerci al meglio. Ci è mancata l’energia e la lucidità per fare gol. Alla fine hanno fatto loro una gara come quella dell’andata, è stato uno spareggio deciso per degli episodi, che a loro sono andati bene. Quando ti va male vuol dire che hai delle colpe”, ha aggiunto Buffon.

“Un futuro per il calcio italiano? conclude il portiere – sicuramente c’è, abbiamo orgoglio, forza, siamo testardi, caparbi e dopo delle brutte cadute troviamo il modo di rialzarci. Lascio una nazionale di ragazzi in gamba che faranno parlare di loro, compresi Donnarumma e Perin, che non mi faranno rimpiangere. Un abbraccio a chi mi ha sostenuto sempre, con chi abbiamo condiviso più di dieci anni. Ventura? Lo sport insegna a perdere e a vincere in gruppo, a dividere meriti e demeriti, il mister ha le colpe che abbiamo noi”.

Daniele De Rossi conferma: anche per lui l’avventura in azzurro finisce qui. “E’ un momento nero per il nostro calcio, nerissimo per noi calciatori che abbiamo fatto parte di questo biennio. Ci sarà tempo per analizzare tutto. L’unica cosa molto banale, poco tecnica, che si riparta dallo spirito che i miei compagni hanno messo in campo oggi, la volontà di continuare a vivere questa avventura che mi ha contraddistinto in questi anni di mia permanenza in nazionale”, ha detto il centrocampista della Roma al termine della gara.

“C’era una atmosfera funebre ma non è morto nessuno, ma ci sono dei percorsi che segnano le nostre vite al di là delle nostre carriere – ha proseguito De Rossi – io sono 16-17 anni tra U2o, U21, che vagabondo per Coverciano e in tutto il mondo e pensare che questa è l’ultima vota che mi sono tolta questa maglia è doloroso, come per tutti coloro che smettono. E’ una mia parentesi che finisce, ma non potrei essere più orgoglioso dei compagni che ho visto. Si ripartirà alla grande perché il materiale c’è”.

De Rossi ha poi spiegato il siparietto in panchina: “Noi abbiamo l’abitudine di fare riscaldamento tre per volta e dicevo solo ‘dobbiamo fare gol, mandate gli attaccanti a scaldarsi’, magari ho fatto il nome di Insigne. Se si è offeso qualcuno, chiedo scusa”, ha concluso.

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