Rassegnati a Berlusconi e alle larghe intese, pur di riuscire a governare. Altro che vocazione maggioritaria, quella rivendicata pure da Walter Veltroni. Nel giorno del decennale del Pd , i militanti dem sembrano già convinti che non ci sia altra scelta, numeri e sondaggi alla mano, che un futuro nuovo governissimo con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Gli ex bersaniani di Mdp e il resto della sinistra? Neanche a parlarne. Nessuno o quasi la evoca. E gran parte dei militanti, pur controvoglia, sembra aver già metabolizzato l’idea di un governo sostenuto pure con i voti dallo storico avversario. “Dato che di chi ha lasciato non ci si può fidare più, meglio Berlusconi“, taglia corto un militante, prima della festa dem all’ingresso dell’Hotel Eliseo di Roma. Una voce isolata? Non proprio. “Che male c’è, anche altrove in Europa ci sono le larghe intese…”, spiega un’elettrice dem. In pochi chiudono a future intese: “Berlusconi? No, Berlusconi proprio no”. Ma se lo stesso Berlusconi, da Ischia, nega – almeno per ora – un nuovo patto post-elettorale, dai militanti Pd, invece, quasi c’è chi benedice un nuovo abbraccio con il vecchio leader del centrodestra, in caso d’emergenza: “Qualora dovesse essere necessario, non c’è altra scelta…”. O ancora: “Sì, ma solo per un governo di salute pubblica..”, c’è chi si sbilancia. Altri ancora non evocano Berlusconi, ma aprono ai suoi vecchi sodali e agli ex forzisti: “Se siamo una democrazia, dobbiamo fare entrare tutti quelli che non sono troppo distanti da noi…”.Tradotto, dieci anni di antiberlusconismo archiviati? “No, ma il mondo è cambiato, la storia è cambiata. Bisogna andare avanti”.

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