Uno sciopero della fame a staffetta per sollecitare il Parlamento a discutere la legge sullo Ius soli. E’ l’ultima iniziativa promossa dai Radicali e dal senatore Pd Luigi Manconi per portare a termine quella che fino a questa estate fa il Partito Democratico definiva “una battaglia di civiltà“. All’iniziativa, si legge in una nota diramata in serata dal presidente della Commissione Diritti umani del Senato, aderiscono anche il ministro Graziano Delrio e i sottosegretari Benedetto Della Vedova e Angelo Rughetti. E decine e decine di senatori e deputati”.

“Questi sono giorni decisivi per la sorte dello Ius soli – scrive Manconi illustrando le ragioni dello sciopero – è necessario provare ad impedire che si chiuda lo spiraglio, pur esile, che sembra essersi aperto. A partire da domani, 5 ottobre, cominceremo uno sciopero della fame a staffetta senatori e deputati, insieme a tutti quei cittadini che ritengono quella sullo Ius soli una legge ragionevole e saggia. L’iniziativa raccoglie il testimone del digiuno attuato ieri, 3 ottobre, da oltre 900 insegnanti in tante scuole italiane a sostegno del provvedimento. Infatti, dopo l’approvazione della nota di aggiornamento al DEF, si apre una finestra. La legge di stabilità arriverà in Senato (alle Commissioni) verso la fine di ottobre: ciò vuol dire che vi sono due settimane di tempo per ricercare i numeri necessari alla fiducia sul provvedimento relativo allo Ius soli. É esattamente in questo tempo che si svolgerà la nostra iniziativa di digiuno a staffetta”.

L’anima cattolica del Pd è da tempo inquieta sulle questioni dello Ius soli e dei flussi migratori calati grazie agli accordo stretti dal governo Gentiloni con quello di Fayez Al Sarraj. L’8 agosto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture aveva preso posizione, in quanto esponente dell’anima cattolica del Pd, anche sul codice di condotta imposto dal collega all’Interno Marco Minniti alle ong impegnate nel salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. Due giorni prima Mario Giro, viceministro degli Esteri, cattolico, parlando della missione navale italia di supporto alla Guardia costiera libica, aveva detto che riportare i migranti nei centri di detenzione nel Paese nordafricano equivale “condannarli all’inferno“.

Non tutti, però, a sinistra accolgono con favore l’iniziativa: “Apprezzo da sempre la sensibilità di Graziano Delrio sui temi dell’immigrazione – commenta Arturo Scotto, di Mdp – a adesso francamente non capisco: un Ministro della Repubblica non fa lo sciopero della fame su un provvedimento come lo Ius soli bloccato dalla stessa maggioranza che sostiene il governo di cui è membro. In nessun paese del mondo funziona così. Se questa legge è così dirimente per la coscienza di Delrio, non servono scioperi della fame ma atti politici concreti. Fino ad arrivare a lasciare quel governo. Altrimenti è solo un’operazione pubblicitaria“.

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