Avevate in mente di andare alla Valle dei templi il pomeriggio di lunedì 31 luglio? Rinunciate, trovereste chiuso. “Si comunica che, giorno 31/07/2017 per motivi di sicurezza pubblica, l’accesso dei visitatori all’area archeologica sarà possibile fino alle ore 15:00 con uscita alle ore 16:00”, si legge nella nota informativa del sito web del Parco della Valle dei templi di Agrigento.

Immaginare quale pericolo per i turisti si nasconda dietro quei “motivi di sicurezza” è inutile. Niente ordigni individuati e da disinnescare e neppure strutture in condizioni tali da costituire seria minaccia. Nessuna disinfestazione da fare. Nessun improcrastinabile intervento di manutenzione straordinaria. La realtà diversa da quel che si scrive. Uscita anticipata alle 16:00, rispetto a quella canonica alle 19:00 per qualcos’altro. La cena del Google camp. Dopo il parco di Selinunte nel 2014 e il tempio di Giunone alla Valle dei templi nel 2015 e nel 2016, ecco nuovamente Agrigento. I guru dell’informatica e i personaggi internazionali del mondo dello spettacolo hanno scelto, ceneranno nel parco archeologico dichiarato dell’Unesco patrimonio dell’umanità.

Dopo che negli scorsi anni sono venuti Charlize Theron, Jovanotti, il fondatore di Spotify, Daniel Ek e la regina Rania di Giordania, impazza il toto-vip. Ci saranno Mark Zuckeberg e Bill Gates? E Sergio Marchionne e Lapo Elkann? Uguali incertezze per il menù. Due anni fa gli chef prepararono tortino di melanzane, il “polpettone” di carne, tranci di cernia e crostata ai frutti di bosco accompagnata da gelato al gelsomino. Lo scorso anno meno particolari. Quel che non manca mai è il servizio d’ordine. Ingressi al parco archeologico presidiati, così come l’intera area circostante. Controlli serrati e identificazione per tutti. Poi la consegna di un braccialetto colorato. Senza quello, impossibile entrare. Oltre alla cena, nel pacchetto Google camp, è compresa anche la visita al Parco.

“Ho accompagnato gli ospiti in un giro della Valle poco prima della cena. Sono tutti rimasti meravigliati (…) La cosa più bella era che tutti ci tenevano a fare foto per inviarle ai loro cari dall’altra parte del mondo”, raccontava ad agosto 2016 Lorenzo Capraro, la guida scelta per un giro turistico. Insomma, la grande urbanistica contraddistinta da un impianto regolare a terrazze e la maestosa architettura di templi e santuari trasformate in una quinta di scena per la cena e una foto ricordo. Centomila euro il costo dell’operazione per Google negli anni passati. Ancora un evento, con nessun risvolto culturale. Niente a che fare, ad esempio, con la manifestazione appena conclusasi, “Templi in lirica”.

Due serate dedicate alla lirica e alla grande cantante Maria Callas, il 24 e il 25 luglio, in occasione del 40esimo anniversario della sua scomparsa. Circa 90 artisti, provenienti da tutto il mondo che si sono si esibiti nell’area del tempio di Giunone in un concerto dedicato interamente alla lirica. Un’iniziativa promossa dal Parco archeologico della Valle dei templi, in collaborazione con la Mediterranean opera studio, organizzazione no-profit con sede negli Stati Uniti in Lansdale, Pennsylvania, che si occupa della formazione di cantanti lirici, musicisti d’orchestra, conduttori, direttori e manager di scena.

La cena di Google non ha niente a che fare con “Templi in lirica”. Soltanto un’operazione commerciale. Chiedersi quanto necessaria, è naturale. Insomma, è possibile che il parco archeologico che ha vinto il premio paesaggio italiano a marzo 2017 e che rappresenterà l’Italia nell’ambito del Premio del paesaggio del consiglio d’Europa, sia costretta a chiudere i cancelli ai normali visitatori per la cena di Google e dei benefici economici che tale evento porterà? A dire il vero, al parco archeologico accade non di rado di chiudere prima per “motivi di sicurezza”.

E’ già successo il 6 e il 7 luglio. Ma in quei casi si era trattato di motivi per così dire istituzionali. Prima la visita del presidente Mattarella, poi il primo forum economico Italia-Libia. Insomma, niente a che fare con l’affitto. La circostanza che la cena di Google dal 2014 costringa alla chiusura anticipata di alcuni siti archeologici, prima Selinunte e poi Agrigento, non può portare all’assuefazione. La reiterazione del fatto non può abituarci alla scriteriata operazione. La libera fruizione deve essere assicurata prima di ogni altra cosa. E’ una questione di democrazia, non di “sicurezza”. Chissà che prima o poi lo capiranno anche ad Agrigento, Sicilia, Italia.

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