Una gita che doveva essere un pellegrinaggio e che invece, al ritorno, si è trasformata in un fermo di 15 ore in caserma. Otto fedeli – tutti residenti a Fagarè, frazione di San Biagio di Callalta in provincia di Treviso – sono stati arrestati dalla polizia croata di ritorno da Medjugorje, in Bosnia.

Erano partiti come ogni anno per andare al santuario e avevano noleggiato un pulmino da nove posti per l’occasione. Ma una volta arrivati alla dogana tra Bosnia e Croazia, scrive Il Gazzettino, sono stati fermati per un controllo. E lì gli agenti hanno riscontrato dei problemi nei documenti del veicolo. A quel punto hanno ritirato le carte d’identità degli otto passeggeri, che hanno dovuto seguire per 30 chilometri sulle colline croate l’auto di pattuglia per arrivare in caserma. E sono rimasti in stato di fermo per 15 ore, in attesa che le autorità italiane e quelle croate chiarissero quale fosse il problema, poi risolto.

Il veicolo infatti era stato “rubato al noleggiatore italiano e finito in Montenegro nel 2015″, scrive ancora il giornale veneto, e in seguito era stato “intercettato dall’Interpol e restituito con la raccomandazione di cambiare il numero di telaio visto che nell’ex-Jugoslavia era stato reimmatricolato. Ma il proprietario se n’è dimenticato: da qui – conclude Il Gazzettino – l’allarme alla frontiera e la disavventura”.

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