Con la strage di via d’Amelio loro non c’entravano nulla. E adesso c’è anche una sentenza a sostenerlo. A quasi venticinque anni esatti dal botto che fece strage del giudice Paolo Borsellino la corte d’appello di Catania ha assolto tutti i 9 imputati nel processo di revisione alle condanne emesse a Caltanissetta. Alcune delle sentenze decise dai giudici nisseni erano all’ergastolo.
Il processo di revisione è stato chiesto, inizialmente, dalla procura generale di Caltanissetta ed è stato celebrato a Catania, come prevede la legge. A consentire il nuovo giudizio sono state le rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che ha riscritto tutta la fase esecutiva della strage sbugiardando il falso pentito Vincenzo Scarantino. Assolti dunque, Gaetano Murana, difeso dall’avvocato Rosalba Di Gregorio, Giuseppe Orofino, Cosimo Vernengo, Natale Gambino, Salvatore Profeta, Giuseppe La Mattina, Gaetano Scotto, assistito da Giuseppe Scozzola, Vincenzo Scarantino e Salvatore Candura. Quest’ultimo era stato condannato solo per il furto della 126 che venne imbottita di tritolo e non per il reato di strage. Orofino, invece, era stato ritenuto responsabile di appropriazione indebita, favoreggiamento e simulazione di reato. Le pg di Catania avevano chiesto per tutti la revisione tranne che per Salvatore Tomasello, sostenendo che a suo carico non ci fossero elementi per una valutazione nuova. La corte d’appello, invece, ha assolto anche lui, che però nel frattempo è morto.
Resta per chi ne rispondeva, tranne per Tomasello, la condanna per mafia già abbondantemente scontata da tutti tranne che da Scotto. Sarà ora la corte d’appello di Caltanissetta a dover rideterminare la pena, passaggio fondamentale per quantificare i risarcimenti dei danni che chi è stato condannato ingiustamente chiederà. Da risarcire, infatti, saranno solo i danni derivanti dalla ingiusta condanna per strage, visto che quella di mafia è definitiva. I risarcimenti potranno essere richiesti quando la sentenza di oggi diventerà definitiva.
Alle battute finali del processo di revisione le due procuratrici generali avevano preso la parola per chiedere scusa alle persone condannate ingiustamente a nome delle Istituzioni. “Quali rappresentanti dello Stato, ci sentiamo in dovere di chiedere scusa, nonostante non siano nostre le responsabilità, per le condanne ingiuste inflitte nell’ambito del processo per la strage di Via D’Amelio“. ìUn’ammissione di responsabilità, seppure non personale, decisamente inattesa. Il 20 aprile scorso, invece, si è concluso il quarto grado del processo Borsellino, nato sempre dalle dichiarazioni di Spatuzza. Condannati all’ergastolo sono stati i boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino, dieci anni sono stati inflitti ai falsi pentiti Francesco Andriotta e Calogero Pulci. Prescritto, invece, Vincenzo Scarantino. I giudici, infatti, hanno riconosciuto al picciotto della Guadagna la circostanza attenuante di essere stato indotto a fare le false accuse. Resta da capire chi sia stato ad indurlo.