C’è un’ipotesi di accordo tra i giornalisti di Sky Tg24 e l’azienda. Una base sulla quale continuare la trattativa, dalla quale si è chiamata fuori la Fnsi, il sindacato unico dei giornalisti, perché Sky Italia non intende ritirare i 14 esuberi previsti. Il comitato di redazione ha comunque deciso d’andare avanti, anche perché la rivendicazione della Federazione nazionale della stampa è soprattutto di principio, legata alla mancanza di garanzie sul lavoro di tutti i giornalisti a fronte di un piano di investimenti da 29 milioni di euro. Tuttavia, tra ‘uscite volontarie’, ricollocamenti interni ed esterni è possibile – ma ancora non certo – che nessun giornalista rimanga davvero senza lavoro.

Le basi del possibile accordo – Su cosa si basa dunque l’ipotesi di accordo? Secondo quanto prospettato dal Cdr alla redazione, oltre a un corposo pacchetto di ‘bonus’ per chi dovesse decidere di accettare il trasferimento entro il 30 aprile, in una procedura definita ‘speed’ da Sky Italia, l’azienda – che non ha ancora fornito un testo formale e vorrebbe effettuare la prima messa in onda da Milano il prossimo 1 novembre – si impegna a non effettuare procedure di licenziamento individuali o collettive entro 12 mesi dalla firma, a presentare il piano editoriale alla fine del processo di trasferimento e a discutere il contratto integrativo entro ottobre. Ma se l’accordo non dovesse essere ratificato entro una settimana, Sky Italia ha deciso di procedere alle contrattazioni individuali. E inoltre, se la trattativa dovesse fallire, si riserverebbe di decidere su diversi punti, tra cui la ricollocazione interna ed esterna, l’interscambio tra esuberi e uscite volontarie, l’impegno a non aprire procedure di licenziamento per un anno e anche riguardo alla firma del contratto integrativo nei tempi stabiliti.

I risparmi di Sky: 4,1 milioni dagli affitti – Durante l’incontro sono emersi anche le idee riguardo gli aspetti tecnici e logistici della redazione di Milano e quali sono i reali risparmi di Sky in questa maxi-operazione che porterà a poco meno di 200 esuberi e circa 300 trasferimenti da Roma. Il ramo italiano del colosso di Rupert Murdoch conta di avere minori uscite annuali sugli affitti per 4,1 milioni di euro. Il conto è frutto della dismissione delle palazzine di via Salaria – da lasciare entro marzo 2018 – che gravano sulle casse dell’azienda per 5,5 milioni all’anno, e degli studi di via Cordonata che pesano per circa 200mila euro, dai quali però bisogna sottrarre l’affitto dell’ex cinema Capranichetta, nuova sede della redazione ‘politica’, che costerà 1,7 milioni annui.

Gli investimenti e lo strappo della Fnsi – Sky ha anche spiegato per grandi linee il piano da 29 milioni di investimenti, quello a fronte del quale la Fnsi chiedeva il ritiro degli esuberi, una proposta irricevibile secondo l’azienda. Oltre a 6 milioni di euro di lavori tra Roma e Milano, ci sono anche 6.8 milioni per la nuova sede romana, 7.3 milioni per gli studi milanesi, 4 milioni per la postproduzione, 3 milioni per il digital e 2 milioni per la grafica. Su questi numeri si è consumata la rottura da parte della Fnsi che, assieme all’Associazione Stampa Romana e l’Associazione Lombarda Giornalisti, ha ritenuto “impensabile che, a fronte di un investimento di 29 milioni di euro, l’azienda non dia garanzie certe di ricollocamento per 14 giornalisti”.

Giovedì primo incontro con i tecnici – Ci sono diverse ipotesi sul tavolo, con alte possibilità di concretizzarsi, ma un’eventuale ufficialità nell’azzeramento degli esuberi – è la lettura di diverse fonti sindacali – rischia di diventare un boomerang nella trattativa con i tecnici, la categoria più colpita dal piano con 54 licenziamenti e 162 trasferimenti a Milano. Slc-Cgil, Uilcom e Fistel-Cisl hanno un primo incontro fissato per giovedì dopo mesi di scioperi, accuse e lettere di fuoco. E Sky ha già fatto sapere che “gli esuberi non sono elemento di scambio nella trattativa”.

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