Il duello Pd-M5s sta per finire, almeno per un po’. La tendenza continua: gli elettori si stanno allontanando dai due partiti principali e, in un quadro che di fatto si fa sempre più proporzionale, preferiscono “scegliere” à la carte tra le varie offerte, anche nuove come i Democratici e progressisti di Bersani. Così perdono i Cinquestelle, ma diventano primo partito perché il Partito Democratico lascia sul campo oltre un punto. A dirlo è il sondaggio settimanale di Ixè per Agorà (Rai3). Il trend “depressivo” del Pd continua ormai da due mesi, come ha spiegato lo stesso direttore di Ixè Roberto Weber, perché i democratici hanno perso 5-6 punti in due-tre mesi (subito dopo il referendum erano al 32). La conferma di questa lenta discesa arriva da un’altra rilevazione, quella di Index Research per Piazzapulita (La7), che illustra come il Pd abbia perso – dal 16 febbraio a oggi – un punto a settimana. Quanto c’entra la scissione? Un po’ c’entra. Secondo Ixè i Dem-Prog di Speranza, Rossi e Bersani sono intorno al 3 per cento. Secondo Index, invece, sono poco sopra, al 3,5.
Il dato “macro” più rilevante invece è che il centrodestra è in ottima salute: i tre partiti principali, infatti, sia per Ixè sia per Index, si attestano – messi insieme – il 31 per cento. Qui dentro ad andare meglio in questa settimana sono stati i Fratelli d’Italia (dati al 5,2%). Tuttavia sempre secondo Ixè i leader favoriti nel campo del centrodestra sono i leghisti: primo Matteo Salvini con il 31 per cento, secondo il governatore del Veneto Luca Zaia col 23 per cento. A dimostrazione che era giusta l’intuizione pro-Zaia di Silvio Berlusconi (che peraltro è terzo col 20 per cento delle preferenze tra i leader di centrodestra).
Quanto al voto anticipato il 47 per cento degli italiani, se potesse scegliere, vorrebbe andare al voto prima dell’estate. Il 18, invece, vorrebbe le elezioni dopo
l’estate mentre il 28 a fine legislatura, nel 2018.
Per finire scende al 30% (-2%) la fiducia nel presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Secondo Ixè il capo del governo è avanti di 4 punti rispetto al governo, in calo al 26%. In calo tutti i leader politici, con la sola esclusione di Berlusconi che occupa l’ultima posizione con il 17%. Renzi scende al 26% (-1%), Salvini è al 22% (-1%), Meloni 21% (-2%), Di Maio al 19% (-1%), Grillo al 18% (-2%).
Un dato interessante arriva dal sondaggio Index sulle primarie del Pd. Renzi è stabilmente primo tra i candidati alla segreteria, ma la quota che gli viene attribuita (55%) è più bassa non solo di quanto l’ex premier ha raccolto al congresso del 2013, ma anche degli altri sondaggi sulle primarie. Cresce, dopo i primi giorni di campagna congressuale, Andrea Orlando che per la prima volta viene dato al secondo posto, al 22 per cento. Terzo Michele Emiliano.