Se c’è un partito che può arrivare al 40 per cento quello è il Movimento Cinque Stelle. Ne è sicuro Luigi Di Maio che in una diretta facebook è tornato a invocare il ricorso alle urne anticipate a breve e mobilita il M5s per vincerle, reagendo alle difficoltà e alle critiche di questi mesi. “È arrivato il momento di reagire – dice – Vogliono colpire il nostro entusiasmo e la nostra voglia di fare, ma non possiamo permetterglielo. Lo fanno perché siamo gli unici che possono ambire al 40 per cento“. Il riferimento al 40 per cento è dovuto alla soglia utile per ottenere il premio di maggioranza per governare che fino a questo momento sembra un sogno per tutti gli schieramenti in campo.

Secondo il vicepresidente della Camera, dunque, “è il momento di svegliarsi” e di andare a votare perché i Cinquestelle hanno “una ricetta per il Paese“: “Non possiamo più essere ostaggio del Pd“. Per questo motivo “io da oggi non voglio perdere più tempo a difendermi da accuse fasulle – dice Di Maio – e nei prossimi mesi voglio girare l’Italia”. E’ questo, secondo il deputato grillino, “il momento dell’entusiasmo, dell’orgoglio e della reazione”. Secondo lui “i signori del Pd mentre combattono le loro battaglie interne ci intimidiscono inventando balle sul Movimento 5 stelle e sui nostri sindaci”.

Quando parla di “loro battaglie” Di Maio fa riferimento alla confusione in cui è caduto il Pd dopo le dimissioni da premier di Matteo Renzi, che però è rimasto segretario, chiede nuove elezioni, senza però passare da un nuovo congresso come chiede una buona parte del partito. “Il voto – dichiara Di Maio su facebook – poi il Pd si combatterà le sue battaglie ma fuori dalle istituzione: non sopporto di vedere il partito di governo che utilizza le istituzione per fare le sue battaglie in interne tra Emiliano, D’Alema e Renzi“. “Poi – è la sfida di Di Maio – si prendano pure le loro percentuali da prefisso telefonico e, dall’opposizione, si prenderanno tutto il tempo per combattersi tra di loro”. Gli ultimi sondaggi, pubblicati ieri, danno il Pd poco sopra il 29 per cento e il M5s poco sopra il 26.

Anche Di Maio, dopo Alessandro Di Battista, dà “copertura politica” all’esperienza di Virginia Raggi come sindaco di Roma. “Presto saremo orgogliosi anche dell’operato di Roma – dice Di Maio – perché ci vuole tempo per rimettere in piedi una città con 20 miliardi di euro di buco di bilancio e con un funzionario indagato ogni quattro e in cui ogni volta che ti muovi rischi di cadere in un tranello”. Da qui l’appello ai militanti M5s: “Chi ci vuole ci segua: stateci vicino, siamo la prima forza politica del Paese e non sono certo i consensi verso di noi che stanno intaccando, stanno colpendo il nostro entusiasmo”.

Per Di Maio quindi il M5s deve andare a dritto senza farsi troppi esami di coscienza. “Non è il momento di fare autocritica – dice il vicepresidente della Camera – Ci vogliono convincere che abbiamo sbagliato qualcosa, in cui dobbiamo mettere in discussione tutto il nostro metodo. Questo è il momento dell’orgoglio: è il momento della prima forza politica del Paese e che può ambire al 40%. Noi invece ci stiamo facendo intimidire: molti consiglieri regionali, comunali, sindaci arretrano perché ogni giorno si sentono dire: ‘e Roma?'”. Per questo Di Maio dice di voler girare l’Italia “per raccontare ai cittadini tutte le cose belle che abbiamo prodotto nelle istituzioni stando all’opposizione e tutto quello che potremo fare una volta al governo”. E agli amministratori locali dice di rispondere a chi li addita per il caso romano: “Mandateli a quel Paese: ci devono rispondere nel merito perché noi non abbiamo mai rubato un euro a nessuno. Non ci sto a farmi fare la morale da quelli che hanno prodotto questo massacro del Paese. I cittadini ci devono stare vicino e io voglio raccontare a questo paese quello che abbiamo prodotto in questi anni”. Per Di Maio “queste sanguisughe hanno utilizzato i nostri Comuni, Regioni e governo come bancomat e vengono a fare la morale a noi. E la cosa incredibile è che ormai si parla solo di Roma e tutti i risultati raggiunti da noi in sette anni sono scomparsi”.

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