“La costruzione di nuovi insediamenti o l’ampliamento di quelli esistenti al di là degli attuali confini potrebbe non aiutare il raggiungimento della pace” con i palestinesi. Donald Trump si schiera apertamente per la prima volta contro le intenzioni di Benjamin Netanyahu. La Casa Bianca in una dichiarazione al Jerusalem Post ha chiesto “a tutte le parti” di non intraprendere ”azioni unilaterali che potrebbero mettere a rischio la capacità di fare progressi” verso la pace, “inclusi annunci su insediamenti”. Sul fronte interno, invece, il presidente Usa prosegue con le nomine e sceglie come vice-direttrice della Cia Gina Haspel, agente che, secondo quanto riportano vari media americani, è stata coinvolta nelle torture ai detenuti un carcere clandestino in Thailandia.
Il caso israeliano – Forte dell’appoggio incondizionato avuto finora da Trump, il premier Netanyahu ha annunciato la costruzione di 3mila case solo nelle colonie dei territori palestinesi occupati in Cisgiordania, dopo averne già approvate 2.500 una settimana fa. A queste se ne devono aggiungere altre 566 nella zona orientale di Gerusalemme. Israele credeva di trovare l’appoggio del nuovo presidente Usa, visto che quando a dicembre il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato, con l’astensione degli Stati Uniti, una risoluzione che chiede di fermare tutte le attività di insediamento, Trump, al tempo presidente eletto ma non ancora in carica, criticò apertamente la decisione diplomatica. Il tema degli insediamenti verrà affrontato personalmente dai due leader il prossimo 15 febbraio, durante la sua visita del premier israeliano a Washington. Il cambio di rotta di Trump arriva dopo l’incontro con il re di Giordania, Abdullah II, giunto a Washington senza un appuntamento ufficiale con il presidente, ma che ha spuntato un faccia a faccia con il vice presidente Mike Pence, e un colloquio col tycoon. La Giordania non ha nascosto i suoi timori sulla promessa di spostare l’ambasciata a Gerusalemme, mossa che Obama e altri presidenti hanno rifiutato per paura di una risposta violenta.
La nomina della vice-presidente della Cia – Il presidente degli Usa intanto ha nominato come vice-direttrice della Cia Gina Haspel, 60 anni, agente che ha lavorato sotto copertura per gran parte della sua carriera e ha giocato un ruolo centrale nella messa in marcia in Usa del programma extra giudiziario dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Dirigeva in Thailandia il primo dei centri clandestini di detenzione conosciuti come ‘black site‘. Haspel è stata presente in almeno due interrogatori in cui sono state utilizzate torture contro i presunti membri di al-Qaeda Abu Zubaydah e Abd al Rahim al Nashiri, secondo quanto ha accertato un’indagine del Senato. Zubaydah venne sottoposto 83 volte alla tecnica nota come ‘waterboarding‘ o annegamento simulato. Come scrivono vari media americani, è stata anche responsabile di aver ordinato nel 2005 la distruzione dei nastri su cui erano registrate tutte le torture a cui furono sottoposti i detenuti che erano in custodia nella Thailandia centrale.
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