Le pietanze vegetariane e vegane, la birra artigianale, ma anche smartwatch, soundbar (barre amplificatrici di suoni) e action camera. Sono queste le principali novità dell’elenco dei prodotti che l‘Istat prende come riferimento per calcolare l’inflazione in Italia. Nel cosiddetto paniere figurano ora 1.481 prodotti elementari, erano 1.476 nel 2016. Come lo scorso anno, sono 80 i comuni che contribuiscono alla stima dell’inflazione. Per le associazioni dei consumatori si tratta di “adeguamenti non particolarmente rilevanti, che non risolvono le nostre perplessità in merito ai parametri adottati”.

Nel dettaglio, nel 2017 entrano nel paniere 12 nuovi beni e servizi: oltre ai già citati, anche i preparati di carne da cuocere, i centrifugati di frutta e verdura al bar, gli orologi da polso per attività sportive, le cartucce a getto d’inchiostro, le asciugatrici, le centrifughe e i servizi assicurativi connessi all’abitazione. Escono dal paniere invece le videocamere tradizionali, sostituite dall’action camera. Nel calcolare l’inflazione, aumentano i pesi attribuiti a trasporti e abbigliamento e calzature, mentre scendono quelli di abitazione, acqua, elettricità e combustibili.

“Continuiamo a nutrire non pochi dubbi sulla adeguatezza del paniere per la rilevazione del reale andamento dei prezzi”, sottolineano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef. “Prosegue l’immissione, già iniziata negli anni scorsi, di prodotti tecnologici molto costosi, ancora limitatamente diffusi: si tratta di una scelta che riteniamo errata, poiché la inevitabile contrazione dei prezzi di tali beni nel tempo condiziona al ribasso il tasso di inflazione in termini generali”, si legge nella nota congiunta delle due associazioni.

“Giuste” per il Codacons le modifiche ai beni che costituiscono il paniere Istat, perché “rispecchiano i cambiamenti registrati nelle abitudini degli italiani, specie sul fronte alimentare”. Tuttavia “è incomprensibile – spiega il presidente Carlo Rienzi – la scelta di aumentare il peso di abbigliamento e calzature, settore che ha registrato i tagli di spesa più consistenti da parte delle famiglie negli ultimi anni, e far diminuire il peso di abitazione, acqua ed elettricità, voci che al contrario registrano una costante crescita della spesa da parte dei cittadini e che incidono sempre più pesantemente sui bilanci delle famiglie”.

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