Cercano Dylan per conferirgli il Nobel, ma non si trova. Il suo telefono è sempre occupato o irraggiungibile, e mai una volta che richiami. Ora basta, han detto piccati gli accademici. Magari se viene senza avvisare a Stoccolma a dicembre, si aggiunge un posto a tavola, ma per dormire niente Grand Hotel.
Bob non risponde se il numero è sconosciuto. Gli svedesi ci provano, ma lui è testardo. Magnifico Dylan, c’è chi ha rifiutato (Sartre), chi ha rifiutato i soldi (G.B. Shaw), ma nessuno si era reso irraggiungibile non mentre meditava sull’Himalaya, ma in tour, con un programma di concerti. In cui non fa menzione del Nobel.
Ammirato per questa mossa sconcertante, dichiaro il mio sconcerto per avergli dato il Nobel per la letteratura. E’ come se avessero dato un Oscar per la fotografia a un pittore, o uno per la fisica a un funambolo, che sfida le sue leggi. Levate la musica a una canzone e resta il testo, ma è come levare una gamba a un corridore. Un sommo cantautore come De Andrè non era granché quando si è cimentato nel romanzo. Ma è poesia, dirà qualcuno: sì, ma in musica, inseparabile. E’ una falla nella già traballante barca Nobel, e sarà un problema richiuderla.
Mi sa che con la moda delle contaminazioni stavolta si è fatto un Frankestein, che apre prospettive imprevedibili: ci sono magnifici saggi scientifici in attesa, peccato che Galileo sia morto. Lancio un’idea: sarebbe bello dare i Nobel postumi, ad esempio Dante, Cervantes, Omero? Così se non vengono si sa perché.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez