“Il fatto non sussiste”. Con questa motivazione la Procura di Milano ha chiesto l’assoluzione per due rappresentanti dell’associazione Fare Metropoli, fondata da Filippo Penati, per un imprenditore e per l’architetto Renato Sarno, tutti accusati di finanziamento illecito ai partiti per 368mila euro. Il processo, davanti alla seconda sezione penale del Tribunale milanese, è uno stralcio, trasferito per competenza territoriale, del procedimento di Monza con al centro quello che era stato definito il “sistema Sesto” e che si è concluso, lo scorso dicembre, con undici assoluzioni, tra cui quella dello stesso ex presidente della Provincia di Milano ed ex dirigente del Pd.

Il viceprocuratore onorario, chiamato a discutere al termine del processo, ha spiegato che nell’ipotesi iniziale dell’accusa l’associazione Fare Metropoli di Penati era stata considerata “un mero schermo per occultare somme destinate al politico per le campagne elettorali del 2009 e del 2010, finanziamenti illeciti che sarebbero arrivati attraverso l’intermediazione di Sarno e degli altri imputati”. Lo stesso rappresentante dell’accusa, però, ha affermato poi che “quanto accertato in dibattimento non è idoneo a sostenere l’accusa e non è stato provato che l’associazione era un mero schermo, ma è rimasta solo un’ipotesi investigativa”.

Il magistrato ha anche fatto riferimento alla sentenza del Tribunale di Monza che, tra l’altro, ha assolto Penati anche dalla stessa accusa di finanziamento illecito e ha prosciolto anche Sarno che era stato accusato di essere il collettore delle tangenti. Per questi motivi ha chiesto l’assoluzione, oltre che per Sarno, anche per Carlo Angelo Parma, responsabile finanziario di Fare Metropoli, per Pietro Rossi, rappresentante legale della stessa associazione, e per l’imprenditore Roberto De Santis della Pace spa. Nell’ottobre 2013, tra l’altro, i pm milanesi avevano chiesto l’archiviazione per sette persone, tra cui l’ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini.

Uno dei difensori degli imputati ha fatto notare come tutti i contributi arrivati a fare Metropoli “sono stati fatti con bonifici bancari, alla luce del sole, si trattava di un’associazione assolutamente lecita e tutto è stato regolarmente documentato”. Il 28 settembre prossimo, dopo la conclusione degli interventi delle difese, potrebbe arrivare la sentenza.

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