«Voglio nomi e cognomi dei colpevoli. Nomi e cognomi, per favore».
Matteo Renzi, 25-3-2016

L’abbiamo scritto proprio qui qualche tempo fa. Siamo disposti persino a tollerare una modica quantità di demagogia. Anche qualche bugia. A patto però che il Politico non esageri ed eccedendo superi la soglia del ridicolo o entri spudoratamente nel campo irriguardoso della presa per i fondelli dei cittadini. Abbiamo proposto un vero e proprio patto. Là abbiamo gridato nel deserto. Contro i suoi stessi interessi il Politico non ci sente e, confidando nella Propaganda e nel quasi monopolio informativo, si getta nel grottesco come se il cittadino non abbia occhi per leggere o memoria per ricordare. L’altra volta denunciammo le esagerazioni di Orfini, un vero dilettante in confronto al suo maestro. Ora tocca proprio a Lui.

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Una data storica. Un evento giornalistico senza precedenti. In una delle più vergognose interviste di questi ultimi anni, Matteo Renzi, al giornalista-tappetino di Repubblica che lo interrogava sulla corruzione dei politici e delle classi dirigenti, ha risposto con un “Fuori i nomi, che rappresenta il record massimo di arroganza raggiunto dal presidente del Consiglio. Ovviamente il giornalista-tappetino avrebbe potuto ribattere con un “ma scusi, lei i giornali non li legge? Non sa quanti sono i piddini che hanno a che vedere con la giustizia? E quanti degli altri partiti?”. E invece il giornalista-tappetino, da vero cane da guardia del potere, incassa e cambia discorso, con un’altra domanda che induce al sorriso per quanto è ridicola: «Ma nelle regioni del nostro mezzogiorno, la sensazione [corsivo nostro] di uno stato poco presente c’è»…

Visto che il presidente del Consiglio non legge i giornali, siamo costretti a inaugurare una nuova rubrica, perché Renzi vuole essere informato, ed è giusto. Fuori i nomi! Ovviamente non li potremo fare tutti, i nomi, perché nel paese che, con il Lesotho (e peggio dell’Oman), è al 61° posto della corruzione mondiale (la Danimarca per virtù è al primo posto), avremo bisogno di troppi giga. Per ora ne facciamo uno: Denis Verdini. Un vero rappresentante del “Nuovo” e dell’ “Italia del Sì”. Ovvero lo sponsor di Renzi presso la corte di Arcore, il protagonista del Nazareno 1 e del Nazareno 2 (luogo dove Renzi ha incontrato un pregiudicato espulso dal Senato: ecco un altro nome famoso), che passerà alla storia patria per essere stato decisivo per l’approvazione della contro-Riforma costituzionale, giustamente definita da un autorevole senatore verdiniano una vera «fetenzia».

Prima di gettarsi in un meeting con un falso padre costituente di questa risma, e prima di accoglierlo in maggioranza, forse Renzi, che si gloria di saper smanettare sul computer così bene, sarebbe potuto andare su Wikipedia e leggere il curriculum vitae del suo nuovo (e vecchio) alleato. Forse, se lo avesse letto (è piena zeppo di nomi), avrebbe avuto la “sensazione” che non fosse proprio il caso di accogliere a braccia aperte questo partner che nei prossimi mesi avrà molto da fare con processi e indagini. Non è che abbia ragione Davigo quando denuncia la «mancanza di vergogna» e la «sfrontatezza» di politici di questa razza? Sul quindicinale che potete scaricare gratis qui sotto abbiamo pubblicato integralmente le pagine che Wikipedia dedica alle disavventure giudiziarie di Denis Verdini. Demoralizzanti.

di Enzo Marzo

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