Il rischio attentati rimane alto in Belgio, secondo il premier Charles Michel. E la tensione sale anche oggi. Nel mirino finisce il corteo anti-Islam organizzato dal movimento estremista francese Génération identitaire. Nonostante il divieto posto dalle autorità, alcune decine di manifestanti sono scesi in piazza a Molenbeek, il quartiere-covo di Salah Abdeslam, ricercato per gli attacchi di Parigi e arrestato il 18 marzo. La polizia è intervenuta e ha disperso i partecipanti, arrestando sette militanti di estrema destra e chiudendo il quartiere. Nei pressi della piazza comunale, le forze di sicurezza hanno scoperto un veicolo con due bombolette di spray al peperoncino. E anche nella località fiamminga di Dilbeek, vicino alla capitale, circa trenta persone si sono radunate vestite di nero per manifestare contro l’Islam. I dimostranti si sono raccolti davanti al centro culturale Westrand, vicino alla piazza del municipio ma in questo caso la polizia, arrivata sul posto, non ha effettuato né scontri né arresti.

Vive a Molenbeek anche il fratello di Salah Abdeslam, Mohamed, che ai microfoni dell’emittente francese Bfmtv racconta l’incontro in carcere con l’aspirante kamikaze. Spiega che  non è stato la mente degli attacchi e non era nemmeno a conoscenza dall’inizio di quello che sarebbe successo il 13 novembre a Parigi. Ha deciso “lui stesso di non farsi esplodere”, ha espresso il proprio “rammarico” e si è detto “felice” di non aver portato a termine l’attacco. L’altro fratello, Brahim, si è fatto saltare in aria al Caffè Voltaire e insieme a Salah era stato segnalato a ottobre “come potenziale foreign fighter”. L’unico jihadista delle stragi di Parigi ancora vivo, che a giorni dovrebbe essere estradato in Francia, ha ribadito al fratello che “vuole collaborare” con la giustizia francese, “perché responsabile verso la Francia, ma non in Belgio“. E sostiene di non essere coinvolto negli attacchi di Bruxelles, che hanno provocato la morte di 32 persone: li ha visti in tv, perché ce l’aveva “in cella”.

Da allora, dal 22 marzo, l’aeroporto di Zaventem è rimasto chiuso e, secondo quanto riportano oggi i media belgi, ci vorranno almeno nove o dodici mesi prima che lo scalo possa riprendere completamente le sue attività. Domani, però, ripartirà con tre voli. Il rischio attentati, intanto, continua a essere elevato secondo il premier belga Michel. A Bruxelles un corteo pacifista è stato disperso dalla polizia, che ha arrestato anche alcuni manifestanti. E anche oggi nel suo Paese c’è stato un nuovo arresto: si tratta di un belga, classe 1982, sospettato di essere complice di Reda Kriket, francese arrestato ad Argenteuil, vicino a Parigi, che stava progettando un attentato in Francia ed era ricercato dall’agosto 2015. All’interno della sua casa erano stati trovati esplosivi e fucili d’assalto.

Arrestato complice di Kriket – Si tratta della terza persona incriminata in Belgio per terrorismo in relazione al piano fallito di un altro attacco in Francia. Le altre due persone sono Rabah N. e Abderamane A., entrambi arrestati lo scorso 25 marzo a Bruxelles. Il nome Yassine A. coincide con quello di una delle tre persone arrestate in Belgio domenica 27 marzo e incriminate il giorno dopo senza precisare se aveva relazione con gli attentati di Bruxelles, quelli del 13 novembre a Parigi o con la preparazione dell’attentato in Francia. La procura non ha dichiarato se si tratti della stessa persona.

Reda Kriket, francese di 34 anni, è stato arrestato il 24 marzo e incriminato mercoledì per cospirazione a fini terroristici e per detenzione di armi ed esplosivi. Nel suo appartamento di Argenteuil, alla periferia di Parigi, la polizia ha trovato armi pesanti ed esplosivi. Kriket era stato condannato a Bruxelles l’anno scorso in contumacia a cinque anni di carcere insieme alla presunta mente degli attacchi del 13 novembre a Parigi, Abdelhamid Abaaoud, dopo la diffusione di un mandato d’arresto internazionale a suo carico per il suo presunto coinvolgimento in una rete di reclutamento jihadista.

Primo ministro Belgio: “Ci saranno nuovi attentati in Europa” – Il primo ministro del Belgio, Charles Michel, in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano belga francofono La Libre Belgique dice che ritiene che ci saranno nuovi attentati in Europa, e anche in Belgio, e ha ricordato che “il rischio zero non esiste”. Michel considera un “livello preoccupante” il livello 3 di allerta per rischio attentato in vigore in Belgio e riconosce che bisogna migliorare il coordinamento fra i vari servizi di informazione. “La priorità oggi è far funzionare le istituzioni esistenti”, afferma il premier belga. “Dobbiamo mettere in marcia tutto il necessario per migliorare la nostra capacità di azione sul terreno della sicurezza”, aggiunge. 

Zaventem, domani riapre. Nove mesi prima della ripresa totale delle attività – Secondo quanto riportato dal quotidiano La Dernière Heure, ci vorranno almeno nove mesi, forse un anno, prima che l’aeroporto di Bruxelles possa riprendere completamente le sue attività come prima degli attentati del 22 marzo. L’obiettivo è per il momento raggiungere un’operatività del 40-50% per l’estate, in concomitanza con le partenze per le vacanze. Intanto potrebbero forse riprendere domani i primi voli, ma sebbene sia stata trovata un’intesa sulla sicurezza tra polizia, aeroporto e governo ancora non è stata fissata la riapertura di Brussels Airport, che ora è stato attrezzato per riprendere le attività ad appena il 20% delle sue capacità con 800 passeggeri l’ora contro i 5mila abituali. Intanto l’accordo raggiunto tra sindacati di polizia e ministero dell’Interno belga sulla sicurezza allo scalo prevede uno screening per l’insieme dei passeggeri ed i rispettivi bagagli prima dell’ingresso nell’edificio dell’aeroporto.

I fratelli Abdeslam – Salah è nato a Bruxelles il 15 settembre del 1989. Poche ore dopo gli attentati del 13 novembre fu fermato al confine tra Francia e Belgio a bordo di una Golf insieme ad altri due uomini, ma il mandato d’arresto non era ancora stato diffuso e quindi non fu bloccato. Suo fratello Ibrahim, francese, nato nel 1984 a Bruxelles, si è fatto esplodere davanti al caffè Comptoir Voltaire. Era stato lui ad affittare in Belgio la Seat nera utilizzata dai kamikaze, poi ritrovata a Montreuil. Mohamed, infine, impiegato presso gli uffici comunali a Molenbeek, era stato arrestato poi rilasciato dopo la strage. E fu lui a lanciare un appello al fuggitivo, chiedendogli di “consegnarsi alla polizia”, sostenendo che “la cosa migliore sarebbe che si presentasse alla giustizia, in modo che si faccia luce su questa storia”.

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