Nuova grana per il Cocoricò. Questa volta a puntare il dito contro la discoteca romagnola è il Comune di Riccione, che in una nota stampa elenca le cifre delle tasse non versate dalla società che in precedenza gestiva il locale, la Piramide srl: quasi 100mila euro di Tari in 4 anni. E l’importo – viene specificato – è destinato a crescere “per le maggiorazioni previste per legge, da calcolare per gli anni 2014 e 2015”.

L’accusa arriva a poco più di due mesi dalla riapertura del locale, uno dei più famosi non solo della Riviera romagnola, ma anche d’Italia, meta di centinaia di appassionati di techno e house. Il 7 dicembre, infatti, la piramide di vetro, simbolo della discoteca, era tornata a illuminarsi dopo 4 mesi di buio e di silenzio, imposti dal questore di Rimini Maurizio Improta, in seguito alla morte di un sedicenne per overdose di ecstasy.

Ora è il Comune a presentare il conto. Secondo l’amministrazione di Riccione, la Piramide srl non ha mai pagato la tassa sui rifiuti, e così, anno dopo anno, dal 2012 al 2015, si sono accumulati 97mila e 651 euro di mancati versamenti. “Nello specifico per l’anno 2012, a seguito degli accertamenti per omessa denuncia, è stata emessa un’ingiunzione fiscale che non ha ottenuto riscontro positivo in termini di pagamento. Prossimo passo sarà l’attivazione della procedura esecutiva da parte di Sorit (società di recupero crediti). Per il 2013 – si legge ancora nella nota – si procederà all’ingiunzione fiscale e, trascorsi 60 giorni di tempo, alla procedura esecutiva”. Mentre “per il pagamento del corrispettivo della Tari relativo agli anni 2014 e 2015 si procederà con forme di recupero coercitive con una sanzione del 30% ad aggravio dell’importo previsto”. La discoteca aveva chiesto di diluire in varie rate. Ma, fa sapere il Comune, “a oggi non si è presentato alcun rappresentante della società presso gli Uffici tributi, per concordare gli aspetti tecnici della dilazione”.

E non è tutto: il debito, già consistente, si gonfia se si va più indietro nel tempo, quando la Piramide srl non aveva ancora in mano il locale. Lo specifica sempre il Comune: “A non aver ottemperato all’obbligo di versamento dell’imposta, negli anni antecedenti il 2012, prima dell’ingresso della Piramide srl, si contano altre 8 società: Perplex srl, Enco srl, Giomar srl, Starnight srl, Coco srl, Marapal srl, Bru.ma srl ed El.Ca srl. Di queste due, Coco srl e Marpal srl, sono in liquidazione”. In tutto, dunque, alle casse di Riccione mancano 400mila euro di Tari. “Si tratta di una cifra importante – commenta l’amministrazione – che va ad incidere in maniera consistente, oltre che sulle casse comunali, anche sull’immagine stessa della città che necessità di imprese sane e operose. Il Comune è pronto a supportare in ogni modo tutte le imprese, a patto che queste dimostrino disponibilità a lavorare con e per la comunità tutta, e quindi in primis adempiendo ai loro doveri tributari. Fare impresa è anche un dovere sociale oltre che un grande impegno privato”.

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