Il ministero degli Esteri, a nome del governo italiano, ha inviato una lettera alla Corte europea per i diritti dell’uomo, proponendo, in base all’articolo 39 della Convezione europea sui diritti dell’uomo, una ‘conciliazione amichevole’ sotto forma di risarcimento per danni morali alle vittime di Bolzaneto, che hanno fatto ricorso alla Corte stessa per le violenze commesse all’interno della caserma di polizia nei giorni del G8 di Genova del 2001.
La proposta di conciliazione amichevole ha l’obiettivo di chiudere il primo dei due ricorsi presentati a nome di 31 persone contro il governo italiano per la mancata punizione dei responsabili delle violenze a Bolzaneto. Il governo propone una cifra di 45mila euro, la stessa prevista dalla prima sentenza di condanna del nostro Paese ottenuta ad aprile di quest’anno da Arnaldo Cestaro, picchiato e illegittimamente arrestato all’interno della scuola Diaz.
Sono in tutto circa un centinaio i manifestanti, parti civili nei processi che si sono celebrati in Italia, che hanno presentato ricorso a Strasburgo per violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che proibisce la tortura e impone una sanzione effettiva per i responsabili. Sia nel caso della scuola Diaz sia in quello di Bolzaneto i tribunali italiani hanno qualificato le violenze commesse come “tortura“, ma lo specifico reato non è mai stato introdotto nell’ordinamento italiano, con la conseguenza che i responsabili non sono stati condannati penalmente a causa della prescrizione.