Mentre Poste italiane si appresta a sbarcare a Piazza Affari, dopo aver incassato il via libera di Consob al prospetto informativo per la quotazione, sull’operazione spunta l’ombra del conflitto di interessi. L’Espresso rivela infatti che la presidente del gruppo Luisa Todini siede nel consiglio di sorveglianza di Rothschild, il consulente scelto nel febbraio 2014 per accompagnare il gruppo pubblico nel processo di parziale privatizzazione. L’imprenditrice delle costruzioni ed ex eurodeputata di Forza Italia, a cui è affidata la delega sul controllo interno, ha dunque un incarico di vertice nella società francese che è advisor per l’approdo sul listino milanese.

Una vicenda che ricorda quella di Daniela Carosio, consigliere di amministrazione di Ferrovie dello Stato e responsabile delle Relazioni con i media della società di consulenza Ernst & Young, che ha vinto la gara per la privatizzazione del gruppo pubblico dei trasporti. Interpellata dal settimanale del gruppo Espresso, Todini replica di “non avere incarichi operativi in Rothschild, che comunque è stata scelta con una gara prima del mio arrivo alle Poste”. Vero, visto che il mandato è stato assegnato nel febbraio 2014 e la nomina di Todini risale a maggio. Ma il conflitto resta.

Peraltro la stessa Rothschild, di cui da luglio 2014 è vicepresidente l’ex amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni, ha assistito l’anno scorso nello sbarco in Borsa anche Fincantieri. E sempre l’anno scorso è stata scelta pure dall’ente di controllo del traffico aereo Enav, che il governo vuol privatizzare entro il 2016.

 

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