Un’indagine parlamentare. Per evitare che, sotto mentite spoglie, sulle tavole degli italiani il governo propini gli Organismi geneticamente modificati (Ogm). Aggirando la legge che rende l’Italia un Paese Ogm-free. La senatrice del Movimento 5 Stelle, Elena Fattori, ha sollevato il caso, ottenendo il ruolo di co-relatrice nell’istruttoria nella Commissione Agricoltura di Palazzo Madama che dovrà fare chiarezza sulla questione. L’allerta grillina è scattata dopo che il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, durante l’incontro del 14 luglio all’Expo di Milano, ha affermato che  “le biotecnologie sostenibili sono il futuro anche per l’Italia”. Parole che hanno messo in allarme gli agricoltori. E non solo. Tanto che il Movimento 5 Stelle ha chiesto e ottenuto un’indagine conoscitiva al Senato. Perché dietro la parola “biotecnologie”, secondo gli esponenti del M5,S potrebbe nascondersi addirittura il via libera agli Ogm. “Non conosciamo i rischi per la salute dei cittadini e per l’ambiente relative a questi prodotti”, dice Elena Fattori a ilfattoquotidiano.it. “Per questo è meglio approfondire la questione”.

ITALIA SI’, ITALIA NO  La disputa sugli Ogm inizia con la direttiva 2015/412 dell’Unione europea, con la quale si stabilisce che gli Stati membri possono “limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul loro territorio”. Ognuno insomma può fare come vuole. Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha definito questo passaggio “un successo politico in difesa della nostra eccezionale biodiversità e della specificità ed eccellenza dell’agroalimentare italiano”. Così il governo ha recepito la direttiva e confermato il suo “no” a questo tipo di colture, dando comunicazione ufficiale all’Ue il 17 settembre. Ma il riferimento del ministro alle “nuove biotecnologie” ha destato sospetto. “Le tecniche denominate Cisgenetica e Genome editing, rientranti tra le tecnologie del futuro a cui si riferiva il ministro nelle sue dichiarazioni, ricadono nella categoria degli Ogm”, spiega Elena Fattori. Quindi, con un cambio di nome gli Organismi geneticamente modificati potrebbero piombare nei piatti degli italiani. Aggirando la precedente prescrizione imposta dalla legge. “Tra l’altro – prosegue la senatrice pentastellata – non ci sono strumenti legislativi per delineare la differenza tra vecchi e nuovi Ogm. Perciò bisogna approfondire ed eventualmente legiferare”. E  l’indagine conoscitiva del Senato si pone proprio l’obiettivo di individuare potenzialità e rischi di queste biotecnologie.

 IN MARCIA  Ma qual è la tabella di marcia predisposta? Le audizioni a Palazzo Madama saranno calendarizzate nei prossimi giorni con la preparazione della lista degli interventi. I primi a essere ascoltati saranno gli esperti del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea). A seguire sono previsti gli incontri con gli scienziati che forniranno un dettagliato resoconto sulle biotecnologie Cisgenetica e Genome editing. Per comprendere le conseguenze di un eventuale utilizzo. Entro la fine dell’anno, al termine dell’istruttoria, saranno formulate le riflessioni e le raccomandazioni al governo. Tutti all’erta, perciò. E occhio alle mosse del ministro Martina.  “Come fa a dirsi contrario agli Ogm – conclude la senatrice Fattori – se poi vuole introdurli sotto altra forma?”.

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