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Moda e rischi per la salute: quando in Italia una legge che regoli il settore?

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Il video diventato virale dove la modella denuncia il mondo della moda che non la vuole mi fa pensare che tutto è cambiato e niente è cambiato.

Sempre più giovanissime conquistano le passerelle, gli stilisti preferiscono corpi androgeni e anche una donna magrissima come la 19enne Agnes Hedengård può risultare “grassa“. Follia. Follia non solo per il fashion system che nelle sue contraddizioni prosegue per la sua strada, follia per le giovanissime che continuamente sono bersagliate da messaggi fuorvianti. Se da una parte troviamo che una taglia 40 può essere “grassa”, dall’altra l’arrivo di modelle plus size taglia 54/56 come nuove icone può essere altrettanto pericoloso. Da un estremo all’altro, dove come complice c’è la superficialità di chi ci scrive articoli sull’argomento.

Quando si parla di salute dovremmo essere più attenti, non è così frivolo il concetto, tantomeno superficiale. Non possiamo comunicare che ragazze alte 175 cm circa (altezza media delle modelle) in evidente sottopeso o in evidente sovrappeso siano in salute. Quando si parla di Tess Holiday, modella dalla fisicità molto abbondante, vogliamo parlare della sua storia, del suo accettarsi o vogliamo comunicare qualcosa che va oltre? Il confine è labile, eppure quando si parla di fisicità il dibattito è più caldo che mai.

Alla luce dei fatti sarebbe opportuno fare una legge che regoli questo settore e che non costringa le persone che ci lavorano a subire pressioni psicologiche come quelle denunciate da Agnes Hedengård. In Israele già esiste una legge che vieta di salire in passerella se in sottopeso, ma in Italia, capitale mondiale della moda, quando si prendono provvedimenti seri verso chi della salute di ragazze giovanissime se ne frega?

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