Anche la Svizzera indaga su Matteo Messina Denaro, l’ultimo grande latitante di Cosa nostra. La Procura elvetica ha avviato “un proprio procedimento penale” nei confronti del capo mafioso trapanese, con l’ipotesi che abbia nascosto milioni di euro su conti di banche della Confederazione. La notizia, ripresa dall’agenzia di stampa svizzera Ats dalla “SonntagsZeitung”, è stata confermata dalla portavoce del Ministero pubblico della Confederazione, Walburga Bur.

Il pubblico ministero della Confederazione lavora nell’ambito dell’assistenza giudiziaria con gli inquirenti antimafia di Palermo in un gruppo comune. La procura ha esaminato documenti bancari, proceduto a due perquisizioni domiciliari e compiuto un interrogatorio, ma non ha fornito ulteriori dettagli.

Non è la prima volta che le investigazioni sul boss 53enne, latitante dal 1993, toccano la Svizzera. Nel 2013 un sequestro da 38 milioni di euro ha colpito tra gli altri Filippo Greco, imprenditore edile originario di Campobello di Mazara ma da anni trasferitosi a Gallarate in provincia di Varese, risultato in contatto con Franco Luppino, braccio destro del boss. Secondo gli inquirenti, Greco aveva aperto conti cifrati nella Confederazione.

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