“Ha bevuto qualcosa e subito dopo si è sentito male”, ha raccontato un’amica ai carabinieri. Poco prima, attorno alle 6,30, Lorenzo Toma si era accasciato davanti all’entrata del “Guendalina” e aveva perso conoscenza. I soccorsi non sono serviti: i volontari del 118 hanno cercato di rianimarlo fino alle 8, ma non c’è stato nulla da fare. Il 19enne, originario di Lecce, è morto dopo essere uscito dalla discoteca di Santa Cesarea Terme, uno dei locali più famosi sulla costa adriatica del Salento. L’allarme è scattato all’alba, quando qualcuno ha telefonato ai carabinieri segnalando la presenza di un giovane che si sentiva male davanti al locale. La tragedia si è consumata all’uscita della stessa discoteca che il 12 agosto ha organizzato una “Cocoricò night”, serata a sostegno del locale emiliano che, dopo la morte per overdose di ecstasy del giovanissimo avventore Lamberto Lucaccioni, è stato chiuso per quattro mesi dal prefetto di Rimini.

“Se le famiglie esercitassero un po’ più di controllo sui figli non morirebbe un 18enne la settimana in disco. Se non sai educare, non procreare”,  ha scritto sul suo profilo Twitter Francesco Errico, sindaco di Gallipoli, uno dei centri della movida salentina, per poi scusarsi poche ore dopo. Ma la pensa allo stesso modo anche Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori: “Se le famiglie fossero più responsabili non ci sarebbe alcun bisogno di leggi e gruppi di pressione per garantire ai minori la tutela dei loro diritti. Più che primarie agenzie di socializzazione sono divenute uffici deleganti”, ha dichiarato in una nota il sociologo.  

I riflettori sono puntati sulle cause del decesso di Lorenzo. Il 19enne è morto sotto gli occhi attoniti degli amici del sabato sera. I carabinieri del Nucleo investigativo di Lecce e della Compagnia di Maglie li hanno ascoltati per ore, intenzionati a capire se abbia assunto alcol o droghe, oppure entrambi. Tra le ipotesi, anche quella di un malore per congestione, provocato forse dall’ingerimento di una bibita ghiacciata. I carabinieri sono tornati in queste ore all’interno del Guendalina, la discoteca di Santa Cesarea Terme dove ha perso la vita Lorenzo Toma, lo studente salentino di 19 anni non ancora compiuti. I militari stanno cercando una bottiglia dalla quale il giovane avrebbe ingerito una bevanda, per poi sentirsi male pochi istanti dopo.

Proprio questa sarebbe la tesi di chi era con lui: “Ha bevuto qualcosa e subito dopo si è sentito male”, avrebbero riferito ai carabinieri gli amici e la fidanzata. Ma gli inquirenti nutrono forti dubbi. Il giovane era già morto quando è arrivato all’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Il magistrato di turno alla Procura della Repubblica di Lecce, Stefania Mininni, ha già disposto l’autopsia ed è molto probabile che saranno eseguiti esami tossicologici per chiarire le cause del decesso.

Nelle ultime ore l’attenzione si concentra anche sui tempi del soccorso. “Stava ballando si è sentito male, è caduto a terra, abbiamo provato a soccorrerlo, a fargli il massaggio cardiaco, la respirazione bocca a bocca, perché le autoambulanze non arrivavano, è arrivata dopo 40 minuti e il ragazzo è morto”, ha detto a ‘Radio Capital’ Vincenzo De Robertis, manager del Guendalina.

Intanto il Prefetto di Lecce, Claudio Palomba, ha convocato per domani alle 13 in Prefettura a Lecce una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. La scorsa settimana, in una riunione del comitato, si era discusso delle iniziative di prevenzione per evitare tragedie nelle discoteche, tra le quali eventuali sanzioni commisurate al curriculum pregresso dei locali.

In serata si riaccende la polemica sulla sicurezza dei locali notturni. Il Codacons chiede “un giro di vite sui locali” mentre l’onorevole Nuccio Altieri (Conservatori e Riformisti) chiede al Ministero dell’Interno di attivare controlli in tutta Italia con cani antidroga all’ingresso delle discoteche. E’ necessario “implementare gli sforzi tesi a prevenire e reprimere qualsiasi condizione potenzialmente pericolosa per i soggetti che frequentano le discoteche”, rincara il segretario del Silp Cgil Daniele Tissone.

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