“Qui la situazione è identica a molti altri Paesi milanesi e lombardi: le istituzioni si rifiutano di farci pregare nei luoghi in cui ci troviamo, dicendo che dobbiamo andare in una moschea, ma nel momento in cui chiediamo i permessi per crearne una, ci vengono negati”. Davide Piccardo, rappresentante del CAIM (Coordinamento Associazioni Islamiche Milanesi) parla dal centro culturale Pace onlus di Macherio, sede privata di ritrovo della comunità islamica, raccontando che: “Da anni il centro subisce la persecuzione delle amministrazioni che si sono succedute mentre la comunità si è sempre affidata alla giustizia rispettando la legalità e rivendicando di avere la possibilità di avere un luogo in cui pregare”. Gli addebiti mossi dall’amministrazione comunale, che ha da poco firmato un’ordinanza in cui si proibisce di usare l’immobile per qualsiasi uso, comprese attività di culto, culturali o di assistenza, si basano sulla sicurezza dell’immobile, come le uscite d’emergenza, che secondo l’amministrazione non rispetterebbero le regole. “Come abbiamo dimostrato anche grazie ai progetti presentati”, spiega Antonio Gallo, presidente del centro, “l’ispezione dei Vigili del Fuoco risale al 2006 e noi da allora abbiamo fatto tutti i lavori di adeguamento necessari”. “Il problema”, chiude Piccardo, “è che viene negato un diritto fondamentale come quello della preghiera. Noi diciamo no a questa persecuzione religiosa e crediamo che le autorità debbano prendersi la responsabilità di garantire il diritto di culto”

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