L’ex sindaco augura la morte ad alcuni giornalisti “scomodi”. Mentre il suo successore applaude e non ci pensa nemmeno a dissociarsi. Per questo “si chiede di sapere se il Ministro (…) sia a conoscenza dei gravi fatti riportati e quale sia la sua valutazione in merito. Se non ritenga necessario attivare i meccanismi di cui all’art. 143 del testo unico sugli enti locali di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000 (ovvero lo scioglimento per mafia, ndr) per il Comune di Seregno”, in Brianza. Si conclude così l’interrogazione parlamentare che la senatrice del Partito democratico e vicesindaco della vicina Desio, Lucrezia Ricchiuti, ha rivolto al ministro dell’Interno Angelino Alfano dopo che Giacinto Mariani, ex primo cittadino leghista del ricco paese tra Monza e Milano, ha augurato la morte ai giornalisti di “Infonodo”, il sito di inchiesta dal 2003 scandaglia come un radar tutto quello che si muove nel sottobosco della politica e della malavita brianzola.

Più volte Mariani ha tentato di trascinarlo in giudizio, ma si è visto dare sempre torto dai giudici. Il 15 giugno è andato oltre. “Che le opposizioni la smettano di rifarsi a siti anonimi gestiti da animali, da ladri e da schifosi. Perché queste persone devono morire”, ha tuonato il fedelissimo di Matteo Salvini – come raccontato da ilfattoquotidiano.it e da l’Espresso – davanti a una platea in visibilio per il trionfo elettorale dell’avvocato Edoardo Mazza, vittorioso al ballottaggio dello scorso 14 giugno sullo sfidante democratico. E come se non bastasse, all’augurio di morte lanciato da Mariani si è aggiunto il comportamento dello stesso neo sindaco di Forza Italia che ascoltando quelle parole sorride e applaude accanto all’ex primo cittadino appena eletto consigliere comunale tra le file del Carroccio.”Un atteggiamento gravissimo”, mette in guardia Ricchiuti, “che non lascia ben sperare” e “dimostra quanto si sia abbassato il livello di guardia nella città di Seregno”. “Dai fatti esposti – continua la parlamentare – risulta dunque evidente che anche la nuova compagine comunale ha adottato come sistema l’intimidazione mafiosa contro quei giornalisti impegnati nella lotta alle organizzazioni criminali”. Da qui la richiesta ad Alfano di valutare se ci sono gli estremi per sciogliere un Comune come quello di Seregno, il cui territorio negli ultimi anni è stato al centro di numerose inchieste contro la ‘ndrangheta.

L’intimidazione “al giornalista Michele Costa (presente in sala durante i festeggiamenti, nda) e alla redazione di ‘Infonodo'” non può essere “sottovalutata”, avverte Ricchiuti, senatrice e amministratrice tosta, sempre attenta a monitorare e a denunciare il radicamento delle mafie in Brianza. Anche perché “proviene da un soggetto come Giacinto Mariani che con Mario Barzaghi e un ufficiale dei Carabinieri sarebbero in affari con organizzazioni criminali – scrive nell’interrogazione – E’ opportuno ricordare, infatti, che per Mario Barzaghi, già vicepresidente di Confindustria di Monza e Brianza, è stato richiesto il rinvio a giudizio dalla Procura di Monza per avere sequestrato e minacciato di morte nel 2013 il giornalista de ‘l’Espresso’ Fabrizio Gatti durante un’intervista in cui lo stesso Gatti chiedeva informazioni proprio sulla società nella cui compagine erano presenti i predetti soggetti”.

L’iniziativa della Ricchiuti non sembra impensierire il neo sindaco Mazza, che alla vigilia del primo turno elettorale è stato immortalato in una fotografia scattata durante un’iniziativa a suo sostegno organizzata nella caffetteria di Antonino Tripodi, coninvolto nell’operazione “Infinito” e condannato in via definitiva a oltre due anni di carcere per possesso di armi. “E’ una strumentalizzazione politica posta in essere dal Pd – dice a ilfattoquotidiano.it – che vuole distogliere l’attenzione da una sonora vittoria del centrodestra e da un altrettanto sonora sconfitta del centrosinistra”. E l’applauso al predecessore mentre augurava la morte ai giornalisti del blog? “Né mi dissocio né posso avallare le parole di Mariani, che sono state pronunciate dopo una campagna elettorale cattiva messa in piedi da parte dei nostri avversari politici”.

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