Tra gli esperti chiamati dal ministro della Giustizia Andrea Orlando come consulenti per riformare il sistema penitenziario italiano c’è Adriano Sofri. L’ex leader di Lotta Continua condannato in via definitiva a 22 anni di carcere quale mandante dell’omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi nel 1972, è stato nominato responsabile del tavolo istruzione e cultura nell’ambito degli Stati generali dell’esecuzione penale. I sindacati delle forze dell’ordine insorgono, così come Mario Calabresi, figlio della vittima: “Sentire pareri diversi è sempre giusto ma non comprendo la scelta di far sedere #Sofri al tavolo della riforma”, ha twittato il direttore della Stampa. “Spero che Orlando lo spieghi”. Anche la vedova del comissario assassinato, Gemma Capra, rompe il silenzio con una dichiarazione laconica all’Ansa: “Mi sembra una scelta incomprensibile. Non ne sapevo nulla”.

E dopo le polemiche, a quanto si apprende, Adriano Sofri è pronto a rinunciare all’incarico. Intanto il ministero della Giustizia percisa che l’incarico non si configurerebbe in alcun modo una consulenza, ma soltanto la partecipazione “a una innovativa procedura di consultazione pubblica – da sviluppare essenzialmente attraverso il dibattito telematico – sui temi collegati alla pena e alla sua percezione sociale, cui partecipano magistrati, dirigenti penitenziari, educatori penitenziari, garanti dei detenuti, professori e ricercatori universitari, avvocati, rappresentanti del volontariato e dell’associazionismo civile”. Il decreto non è disponibile sul sito del ministero, ma in un comunicato ripreso dalle agenzie si parla di Sofri come uno dei “coordinatori dei 18 tavoli tematici istituiti dal ministero della Giustizia” (vedi in fondo all’articolo).

La replica di Sofri arriva dal sito del Foglio, testata con cui l’ex leader di Lc collabora: “Si è sollevato un piccolo chiasso attorno alla mia ‘nomina’ da parte del ministro della Giustizia come ‘esperto’ di carcere”, scrive Sofri. “Il mio contributo si era limitato a una conversazione telefonica con un autorevole giurista, e all’adesione a una eventuale riunione futura. Alla quale invece non andrò, scusandomene coi promotori, perché ne ho abbastanza delle fesserie in genere e delle fesserie promozionali in particolare”.

La scelta del ministro di coinvolgere – a titolo gratuito e con un rimborso spese – il responsabile dell’omicidio di un uomo delle forze dell’ordine ha innescato immediate reazioni. Particolarmente dure quella arrivate dal Sappe. Il segretario del sindacato di polizia penitenziaria Donato Capece considera la presenza di Sofri tra gli esperti un fatto grave e inaccettabile: “E’ inammissibile la decisione del ministro Orlando di nominare Adriano Sofri responsabile di istruzione e cultura negli Stati generali delle carceri. Gli italiani onesti e con la fedina penale immacolata gli pagheranno, con le loro tasse, le trasferte, i pasti ed i gettoni di presenza”.

“Meno male che ci hanno risparmiato Totò Riina – ha poi detto Capece – che magari avrebbe potuto parlare di una revisione del regime penitenziario duro del 41bis”. Sulla lista di esperti scelto, il segretario ha aggiunto che “insieme a giuristi e magistrati qualificati non mancano gli ex parlamentari evidentemente da ricollocare. Spicca, clamorosa e inspiegabile, l’assenza di poliziotti penitenziari tra i coordinatori dei gruppi di lavoro, i professionisti della sicurezza nelle carceri, che ogni giorno hanno a che fare direttamente con le criticità del carcere nella prima linea delle sezioni detentive”.

Insorge anche il Sap. Gianni Tonelli, segretario del sindacato di polizia, ha detto che “il nostro paese ha la formidabile capacità di rivalutare delinquenti, mascalzoni, ex terroristi e assassini. E ha un’altrettanta capacità di svilire la memoria delle vittime e abbandonare i loro familiari. Il ruolo assegnato ad Adriano Sofri dal ministro della giustizia, Andrea Orlando, come consulente per la riforma delle carceri, è inaccettabile”.

Sofri, oggi scrittore ed editorialista di Repubblica e del Foglio, si è sempre proclamato innocente rispetto all’agguato a Calabresi, ucciso a Milano al culmine di una dura campagna pubblica di Lotta continua contro il commissario, ritenuto dal gruppo della sinistra extraparlamentare responsabile della morte dell’anarchico Pino Pinelli. Pinelli era stato fermato nell’ambito delle indagini sulla strage di piazza Fontana ed era precipitato da una finestra della Questura il 15 dicembre 1969, tre giorni dopo l’attentato.

Dopo una serie di sentenze contrastanti, nel 1997 Sofri è stato condannato in via definitiva come mandante dell’omicidio Calabresi insieme a Giorgio Pietrostefani e Ovidio Bompressi, sulla base della confessione e testimonianza di Leonardo Marino, ex-militante di Lotta Continua. Condannato a 22 anni, ha scontato la sua pena, in parte ai domiciliari per motivi di salute e con permessi per uscire. Il 16 gennaio 2012 la liberazione decretata dal tribunale di sorveglianza di Firenze, tenuto conto degli sconti automatici previsti dalla legge per buona condotta. A favore di Adriano Sofri, nel frattempo, era montata una campagna innocentista condotta da giornalisti e intellettuali, fra i quali diversi ex compagni di Lotta continua. Tra i più impegnati nel sostegno all’intellettuale condannato figurano Marco Boato, Alexander Langer, Luigi Manconi, Enrico Deaglio, Gad Lerner, Vincino, Toni Capuozzo…

Quanto agli altri condannati, Bompressi ha ottenuto la grazia nel 2006, mentre Pietrostefani è latitante in Francia nel 2002.

E c’è un’altra nomina che potrebbe suscitare polemiche: quella di Filippo Patroni Griffi, presidente di sezione del Consiglio di Stato, indagato per un affare immobiliare a Roma e archiviato dal gip nel maggio 2014.

STATI GENERALI DELL’ESECUZIONE PENALE, ECCO I 18 CONSULENTI DI ORLANDO

Ecco i nomi di tutti i coordinatori dei 18 tavoli tematici istituiti dal ministero della Giustizia nell’ambito degli Stati Generali sull’esecuzione penale, come riportato dal decreto del Guardasigilli del 19 giugno.

1 – ‘Spazio della pena: architettura e carcere’ – Luca Zevi, architetto 2 – ‘Vita detentiva. Responsabilizzazione, circuiti e sicurezza’ – Marcello Bortolato, magistrato presso l’ufficio di Sorveglianza di Padova 3- ‘Donne e carcere’ – Tamar Pitch, Università degli studi di Perugia 4 – ‘Minorità sociale, vulnerabilità, dipendenze’ – Grazia Zuffa, Comitato Nazionale per la Bioetica 5 – ‘Minorenni autori di reato’ – Marco Rossi Doria, insegnante 6 – ‘Mondo degli affetti e territorializzazione della pena’- Rita Bernardini, ex deputata 7- ‘Stranieri ed esecuzione penale’ – Paolo Borgna, Procuratore Aggiunto di Torino 8 – ‘Lavoro e formazione’ – Stefano Visonà, capo Ufficio legislativo del ministero del Lavoro 9 – ‘Istruzione, cultura e sport’ – Adriano Sofri, scrittore.

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